igra

igra

Friday, July 22, 2022

LearnAmo

 studentitop.it

I pronomi relativi: definizioni, frasi ed esempi - Studenti Top

I pronomi relativi: definiamo i concetti

I pronomi relativi sostituiscono un nome e collegano tra loro due proposizioni che contengono lo stesso elemento, mettendole in relazione.
Frasi con pronomi relativi sono: Ho incontrato Mattia, che mi ha salutato da lontano. / La mia amica ha un cane che è molto aggressivo.
Nella grammatica italiana i pronomi relativi sono tra i pronomi più importanti perché hanno due funzioni fondamentali:

  • sostituiscono il nome;
  • segnano l’inizio di una nuova frase che si collega alla precedente.

Il pronome relativo è importante non solo per la frase in cui si trova, ma per l’intero periodo.

Quali sono i pronomi relativi e come utilizzarli nelle frasi

I pronomi relativi sono:

  • Il pronome relativo che: è il più utilizzato sia in funzione di soggetto che di complemento oggetto (che risponde alla domanda chi/che cosa?). È un pronome invariabile e si sostituisce spesso alle forme di quale. Un esempio è nella frasi:
    È una ragazza che (la quale, soggetto) sa molte cose. ;
    È una ragazza che (la quale, oggetto) ho incontrato ieri.Una delle regole da ricordare è che il pronome che non può mai essere preceduto da preposizioni e che nei complementi indiretti è sostituito da cui o da quale, quali, come nella frase Vieni a leggere a casa mia per vedere insieme il film di cui (dei quali) ti ho parlato.
  •  

  •  

    Il pronome relativo che è il più utilizzato sia in funzione di soggetto che di complemento oggetto (che risponde alla domanda chi/che cosa?). È un pronome invariabile e si sostituisce spesso alle forme di quale.

     

  • cui: è un pronome relativo invariabile e si usa solo nei complementi indiretti, come nella frase Il signore di cui ti ho parlato. / L’uomo a cui scrivo. / La persona da cui ho ricevuto un regalo.
    Ricorda che come complemento di termine cui può essere utilizzato anche senza proposizione, come nella frase La ragazza cui (alla quale) mando un regalo è mia sorella.
  • il quale è un pronome variabile in genere e numero (il quale, la quale, i quali, le quali) e può essere usato come soggetto o complemento oggetto, come nella frase Non so cosa farmene di amici i quali mi abbandonano nel momento del bisogno.
  •  

  •  

    cui: è un pronome relativo invariabile e si usa solo nei complementi indiretti. il quale è un pronome variabile in genere e numero (il quale, la quale, i quali, le quali) e può essere usato come soggetto o complemento oggetto.

    Leggi anche: I pronomi indefiniti nella grammatica italiana

    I pronomi relativi doppi o misti: cosa sono e come si formano

    Oltre a tutti i pronomi elencati, nella grammatica italiana abbiamo i pronomi relativi doppi o misti che corrispondono al pronome dimostrativo o indefinito più il relativo:

     

  • chi: invariabile, utilizzato solo al singolare e riferendosi sempre a persone. Equivale a colui che, colei che, colui il quale, colei la quale, coloro che. Un esempio è Chi era assente oggi in classe?
  • quanto: è invariabile e può essere usato solo al singolare e riferendosi sempre alle cose. Equivale a ciò che. Un esempio è la frase: Quanto ti ho detto è assolutamente vero.
  • quanti: è variabile in quanti e quante, viene usato al plurale e si riferisce alle persone. Equivale a tutti quelli che, tutte quelle che. Un esempio è la frase. Quanti hanno studiato alzino la mano.
  • chiunque: è invariabile e spesso seguito dal verbo al congiuntivo. Viene usato al singolare e riferendosi a persone. Equivale a qualunque persona che, tutti quelli che, tutti coloro che. Un esempio è nella frase Chiunque voglia può partecipare allo spettacolo.
  •  

  •  

    chi: invariabile, utilizzato solo al singolare e riferendosi sempre a persone. quanto: è invariabile e può essere usato solo al singolare e riferendosi sempre alle cose. quanti: è variabile in quanti e quante, viene usato al plurale e si riferisce alle persone. chiunque: è invariabile e spesso seguito dal verbo al congiuntivo. Viene usato al singolare e riferendosi a persone.

     

    Leggi anche: I pronomi dimostrativi: quali sono e come si usano?

    Gli usi scorretti del pronome che

    Ricorda, il pronome relativo che può essere usato solo come soggetto o complemento oggetto, ma non può essere mai utilizzato come complemento indiretto. Quindi non si può mai usare che preceduto da una preposizione. Al suo posto puoi usare cui, la forma di pronome relativo che ha valore di complemento indiretto.

  • Quindi è sbagliato dire: Ho comprato quell’oggetto che hanno fatto la pubblicità in televisione.
  • È corretto dire invece: Ho comprato quell’oggetto di cui hanno fatto la pubblicità in televisione.

Inoltre è importante collocare il pronome relativo vicino al nome a cui si riferisce, per non incorrere in frasi senza senso o ambigue come Questo cane è di mio zio che abbaia sempre. È corretto invece dire Questo cane che abbaia sempre è di mio zio. 

 

Il pronome relativo che può essere usato solo come soggetto o complemento oggetto, ma mai come complemento indiretto. Quindi non si può mai usare che preceduto da una preposizione. Al suo posto puoi usare cui, la forma di pronome relativo che ha valore di complemento indiretto.Inoltre è importante collocare il pronome relativo vicino al nome a cui si riferisce, per non incorrere in frasi senza senso o ambigue.

Leggi anche: Pronomi personali: quali sono e cosa indicano

 

Prima parte
Prima parte: Gli aggettivi indeterminativi
(Part I: Indefinite Adjectives)
1. OGNI (every, each): invariabile, sempre al singolare. Say that all these people or things are nice (bello). ragazza > Ogni ragazza è bella. museo, città, italiano, macchina, libro, università
2. Qualche ("some"): invariabile, sempre al singolare.
Significa il plurale. Say that some of these foods are good (buono). formaggio > Qualche formaggio è buono. arancia, bistecca, pizza, mela, pesce, vino, torta
3. Alcuni (m. pl.), (m. pl.), alcune (f. pl.): ("some") al plurale Now say the same thing with a different, plural expression: Qualche formaggio è buono. = Alcuni formaggi sono buoni. arancia, bistecca, pizza, mela, pomodoro, vino, torta 4. Tutto, -a, -i, -e + articolo determinativo = "the whole," "all the _____." modelli: tutta la pizza = the whole pizza, all the pizza tutto il giornale / tutti gli spaghetti / tutte le lasagna
Esercizio I. Completare con la forma di "tutto" e l'articolo determinativo: _____ ____ bistecca _______ ___ ravioli _______ ____ spinaci _____ ____ vino _______ ___ dolci _______ ____ antipasto _____ ____ zuppa _______ ___ pesce _______ ____ caffè _____ ____ carne _______ ___ acqua _______ ____ pranzo _____ ____ prosciutto _______ ___ frutta _______ ____ pollo 5. 
 
 
 Altri aggettivi indeterminativi. poco--- > molto --- > troppo / tanto few alot too much / so much All these adjectives have four forms (-o, -a, -i, -e). They agree in gender & number w/nouns. Masc. sing.: poco lavoro molto lavoro troppo lavoro
Fem. sing: poca roba molta roba troppa roba
Masc. plur.: pochi libri molti libri troppi libri
Fem. sing.: poche donne molte donne troppe donne Esercizio II. Completare con l'aggettivo indicato: (POCO) ______ sete _____ tempo _____ soldi _____ amiche (MOLTO) ______ dottori _____ birra _____ formaggio ____ caffè (TROPPO) _____ sigarette ____ soldi _____ vino ______ acqua 
 

 
 Esercizio III. Gli aggettivi indefiniti. Choose the correct form. 1. Compro ___________ libro. alcuni / qualche / tutti i 2. Giovanni mangia ________ la pizza. alcuna / ogni / tutta 3. Dorme otto ore ________ notte. tutti / ogni / tutta 4. Prendiamo _______ caffè. alcune / un po' di / tutta 5. _________ arancia è buona. alcune / qualche / delle 6. Desideri ________ vino? un po' di / alcuni / qualche 7. Conosciamo ________ formaggi italiani. alcuni / un po' di / ogni 8. Prendiamo ___________ pasta. ogni / qualche / della Esercizio IV. Mixed drill. Complete the paragraph with the INDEFINITE ADJECTIVE indicated. Remember to make agreements with the nouns! (Every) ________ giorno estivo vado al mercato e vedo _____________ (lots of) gente che compra ____________ (many) cose. Lì ho visto una donna che portava tre maglie; erano _______________ (too many)! Faceva molto caldo quel giorno. ____________ (the other) giorno ci sono andato con Giorgio. Lui ha comprato ___________ (some) cose mentre io ho preso ____________ (a bit of) maiale. Ci abbiamo passato ___________ (all) la mattina. Dopo il mercato, siamo andati al bar dove abbiamo incontrato ____________ (a few) amici e abbiamo mangiato ____________ (alot of) biscotti. _____________________________________________________________  
 
 

Seconda parte: Avverbio o aggettivo? (Part 2: Adverb or adjective) Common words referring to quantity like molto, troppo, tanto and poco can be used as adjectives to modify nouns. These can describe both countable and uncountable entities. In this case, they make agreements (-o, -a, -i, -e) with the nouns. molta acqua, molto formaggio, molte chiese, molti musei molto, molta = alot, much; molti, molte = many tanto, tanta = so much; tanti, tante = so many troppo, troppa = too much; troppi, troppe = too many poco, poca = a little; pochi, poche = few, small amount
 
 
Esercizio V. Completare con un aggettivo e fare la concordanza.
1. Gino desidera ______ zucchero nel caffé.
2. La mamma ha _________ pazienza.
3. In Italia ascoltano ______canzoni americane. 4. Gli Italiani hanno _______ automobili.
5. Ogni anno _______ turisti visitano l'Italia.
6. Siamo a Venezia per __________ giorni.
7. Sergio ha ________ amici.
8. Oggi ci sono ______ studenti in classe perché____sono malati.
9. Lei è grassa perché mangia _________ torta.
10. Di solito, i professori non hanno _________ soldi; hanno _____ dollari.
MOLTO, TANTO, TROPPO, POCO have adverbial functions when modifying adjectives, adverbs or verbs. Then they do NOT make agreements (use -o ending only). modelli: Quella chiesa è molto bella. Abbiamo mangiato tanto alla cena. Ho letto troppo; adesso mi fa male gli occhi. Non aveva fame; ha mangiato poco.
Esercizio VI. Completare con un avverbio.
1. Il cane è stanco perché è __________ grasso.
2. La signora è ___________ magra perché mangia sempre _________. 3. Marco non studia _________ perché non ha ________ interesse nella materia.
4. Luigino non mangia _________ quando studia per un esame importante.
5. Io, invece, bevo _________ caffè prima di dare un esame difficile.
 
 

Esercizio VII. Adverb or adjective?
Fill the blanks with the words indicated and make agreements as needed.
1. Beppe non fa ______________ cose a casa perché lavora __________. (many, too much)
2. Cantiamo _____________ canzoni. (many) 3. Nora legge________________ libri e studia _______________.
(few, very little)
4. Franca sempre cucina ______________________ pasta. (too much)
5. ________________ americani fanno viaggi in Italia. (so many)
6. E' ___________ difficile studiare i venerdì sera. (so very)
7. La biblioteca qui è _______________ grande. (very)
8. Le lasagne sono _________________ buone! (too)
9. Ci sono ______________ studenti in classe oggi. (many)
10. Faccio ____________ telefonate interurbane. (few)
11. Gli Italiani pagano ______________ per l'elettricità. (so much)
12. La ragazza di Stefano è ____________ bella. (very)
13. Ci sono ______________ aggettivi in quella lezione! (too many) _____________________________________________________________
 
 
Terza parte: Qualche, alcuni/e, un po' di (Part 3: Different ways to say "some")
1. QUALCHE is an invariable adjective used with countable things. It is always used with a singular noun, but it expresses the plural idea "some." Hai qualche CD italiano? > Do you have some Italian CDs? Italian CDs? Mangia qualche fragola. > He/she is eating some strawberries. > He/she is eating some strawberries.
2. ALCUNI/E is invariable, is used only with plural nouns, and expresses the idea "some." is invariable, is used only with plural nouns, and expresses the idea "some." Ci sono alcuni libri sul tavolo. There are some books on the table. books on the table. Alcune ragazze sono qui. > Some girls are here. Qualche and alcuni/e mean exactly the same thing: mean exactly the same thing: Ci sono alcuni libri. = C'è qualche libro sul tavolo. 3. UN PO' DI expresses "some," in the sense of "a bit of...." It precedes a noun that can be abstract (time, patience) or a measurable quantity (milk, bread, cheese) rather than a countable quantity (books, carrots, apples). expresses "some," in the sense of "a bit of...." It precedes a noun that can be abstract (time, patience) or a measurable quantity (milk, bread, cheese) rather than a countable quantity (books, carrots, apples). Mangiamo un po' di dolce. > Let's eat "some" desert. (not all of it) dolce. > Let's eat "some" desert. (not all of it) Abbiamo bisogno di un po' di aceto. > We need a little ("some") vinegar. 
 

Esercizio VIII. Completare con la forma corretta di qualche o di alcuni(e).
1. Compriamo _______ bottiglia di vino. = Compriamo _______ bottiglie di vino.
2. Ci sono _______parole difficili nella lezione.
3. Ho _________ carta a casa.
4. Mangio _______ pasticcini. = Mangio _________ pasticcino.
5. Compro _________ rivista.= Compro ____ riviste.
6. Ci sono _________ giornali (m.pl.) sullo scaffale.
7. Ecco ________ giornale! = Ecco ___________ giornali!
8. __________ studenti non sono in classe oggi. __________ studentessa è qui.
9. Ci sono __________ mele nel frigo.
10. C'è ___________ formaggio nel frigo.
 
Esercizio IX. "SOME." Complete using the appropriate form of qualche, alcuni/alcune or un po' di.
1. Desiderate ________________ ravioli?
2. Compriamo ________________ disco?
3. Portano _______________ bottiglie di vino
4. Non ho fame; prendo solo _______________ dolce.
5. Mangi __________________ patate ? ______________________________________________________________
 
Quarta parte: I pronomi indefiniti (Part 4: Indefinite Pronouns) Introduction. Pronouns take the place of nouns. Many of these are identical to the indefinite adjectives (shown above), minus the noun. Some are invariable (ending does not change). Some show agreements (ending agrees with the noun the pronoun has replaced). Some of these refer only to people; other refer only to objects. . Pronouns take the place of nouns. Many of these are identical to the indefinite adjectives (shown above), minus the noun. Some are invariable (ending does not change). Some show agreements (ending agrees with the noun the pronoun has replaced). Some of these refer only to people; other refer only to objects. Tutto = "everything" but Tutti (masc. pl.), tutte (fem. pl.) = "everybody" Alcuni (m. pl.), alcune (f.pl) = "some," things or people Qualcuno = "someone" but qualcosa = "something" Nessuno = "no one" (but niente = "nothing") Ognuno = "each one, everyone," for people. 
 

 
Esercizi orali. Esercizio X,
A. Say that you are buying, eating, etc. everything: mangiare > Mangio tutto! comprare, vedere, leggere, spendere, bere, chiedere
B. Say that all the men are doing these actions: partire > Tutti partono. ritornare, dormire, sentire, credere, ascoltare
C. Now say that all the women do the same actions. ritornare, dormire, sentire, credere, ascoltare
D. Say what everyone (ognuno) did at the party Saturday: ballare > Ognuno ha ballato. mangiare della torta ascoltare la musica divertirsi rimanere (rimasto) fino a tardi partire dopo mezzanotte . mangiare della torta ascoltare la musica divertirsi rimanere (rimasto) fino a tardi partire dopo mezzanotte
E. Alcuni/e. Now say that only some people did these things: ballare > Alcuni hanno ballato. mangiare della torta
ascoltare la musica.
divertirsi
rimanere (rimasto) fino a tardi
partire dopo mezzanotte
F. Say what a certain unidentified person did at the party. Use the passato prossimo. (rompere) un piatto > . (rompere) un piatto > Qualcuno ha rotto un piatto. (fumare) una sigaretta. (telefonare) a un amico. (portare) una bottiglia di vino. (dimenticare) la giacca. (avversare = to spill) del vino sul tappetto. (mangiare) troppo. (preso) un'aspirina. ) del vino sul tappetto. (mangiare) troppo. (preso) un'aspirina.
G. Tutti/e ("everyone"). Now, using the same phrases, say what "everybody" did at the party. ("everyone"). Now, using the same phrases, say what "everybody" did at the party. Tutti hanno rotto un piatto. .
H. Qualche cosa = qualcosa ("something").
1. Form sentences in the past with these verbs and "qualcosa":
bere > ("something").
1. Form sentences in the past with these verbs and "qualcosa":
bere > Ho bevuto qualcosa. trovare / mangiare / comprare / perdere / cercare / dimenticare
2. Now form questions using these verbs: . trovare / mangiare / comprare / perdere / cercare / dimenticare
2. Now form questions using these verbs: Hai bevuto qualcosa
 

 
Esercizio XI. Completare con la forma logica. qualcuno, qualcosa, alcuni/e, tutto/i/e, ognuno, nessuno
1. _____________ ha telefonato mentre faceva la doccia. (someone)
2. Ho fame! Voglio __________________ da mangiare. (something)
3. Molti studenti hanno fatto bene; ___________ hanno fatto male. (some)
4. __________________ ha il suo libro e la sua penna. (each one)
5. Hai bisogno di _______________________ da leggere? (something)
6. ______________ hanno giocato bene durante la partita. (everybody, masc. plur.)
9. Abbiamo mangiato _______________ quello che c'era nel frigo.
(everything)
10. A ________________ piace dare un esame. (nobody)
 
Esercizio XII. Mixed drill: Aggettivi e pronomi indefiniti. Completare con la parola indicata.
1. ______________ ragazzi vanno alla discoteca. (some)
2. ______________ ragazza esce con il suo ragazzo. (some)
3. ______________ giovane si diverte tanto il venerdì sera. (every)
4. ______________ anziani, però, rimangono a casa la sera. (many)
5. ______________ persone si divertono leggendo articoli. (a few)
6. ______________ le classi finiscono fra poco. (all)
7. Hai bisogno di ______________ da fare durante le vacanze? (something)
8. ______________ vanno dai genitori o dagli amici per le feste. (everyone)
9. Quando avrò fatto ______________, chiuderò l'ufficio, e tornerò a casa. (everything)
10. ______________ ha dimenticato un libro sotto questa sedia. (someone)
 
 

 
Esercizio XIII. Senza aiuto: aggettivi e pronomi indeterminativi. Scegliere la parola giusta. (Choose the right word. Think about the meaning AND the grammar.)
1. Ogni / Alcuni studenti studiano molto.
2. Compra qualche / qualcuno giornale.
3. Tutto / Tutti erano a casa ieri sera.
4. Qualche / qualcuno vino italiano è buono.
5. Alcuni / qualche libri sono interessanti.
6. Ho visto qualche / alcuni / alcune villette.
7. Ognuno / Tutti ama la pizza margherita.
8. Ognuno / Alcuni / Ogni è andato al cinema.
9. Ognuno per sè e Dio per qualche / tutti / tutto.
10. C'è qualche cosa / qualcuno al telefono!
Answer Key: PART I.
 
Esercizio I. tutta la bistecca, tutti i ravioli, tutti gli spinaci; tutto il vino, tutti i dolci, tutto l'antipasto; tutta la zuppa, tutto il pesce (m.), tutto il caffè; tutta la carne (f.), tutta l'acqua, tutto il pranzo; tutto il prosciutto, tutta la frutta, tutto il pollo.
 
Esercizio II. Aggettivi. poca sete, poco tempo, pochi soldi, poche amiche molti dottori, molta birra, molto formaggio, molto caffè troppe sigarette, troppi soldi, troppo vino, troppa acqua
 
Esercizio III. Gli aggettivi indefiniti. Choose the correct form. 1. Compro qualche libro. 2. Giovanni mangia tutta la pizza. 3. Dorme otto ore ogni notte. 4. Prendiamo un po' di caffè. 5. Qualche arancia è buona. 6. Desideri un po' di vino? 7. Conosciamo alcuni formaggi italiani. 8. Prendiamo qualche pasta.
 
Esercizio IV. Mixed drill - adjectives. Ogni giorno estivo vado al mercato e vedo molta gente che compra molte cose. Lì ho visto una donna che portava tre maglie; erano troppe! Faceva molto caldo quel giorno. L'altro giorno ci sono andato con Giorgio. Lui ha comprato alcune cose mentre io ho preso un po' di maiale. Ci abbiamo passato tutta la mattina. Dopo il mercato, siamo andati al bar dove abbiamo incontrato pochi amici e abbiamo mangiato molti biscotti.
 
Esercizio V. Completare con MOLTO, TANTO, TROPPO, POCO. (Answers may vary; be sure to make the adjectives agree with the nouns.) 1. Gino desidera molto/ tanto/ troppo/ poco zucchero nel caffé. 2. La mamma ha molta / tanta / troppa / poca pazienza. 3. In Italia ascoltano molte canzoni americane. 4. Gli Italiani hanno troppe automobili. 5. Ogni anno molti turisti visitano l'Italia. 6. Siamo a Venezia per pochi giorni. 7. Sergio ha molti amici. 8. Oggi ci sono pochi studenti in classe perché molti sono malati. 9. Lei è grassa perché mangia troppa torta. 10. Di solito, i professori non hanno molti soldi; hanno pochi dollari. 
 

 
Esercizio VI. Completare con un avverbio. 1. Il cane è stanco perché è troppo grasso. 2. La signora è troppa magra perché mangia sempre poco 3. Marco non studia molto perché non ha molto interesse nella materia. 4. Luigino non mangia molto quando studia per un esame importante. 5. Io, invece, bevo molto caffè prima di dare un esame difficile.
 
Esercizio VII. Adverb or adjective?
1. Beppe non fa molte cose a casa perché lavora troppo.
2. Cantiamo molte canzoni.
3. Nora legge pochi libri e studia poco.
4. Franca sempre cucina troppa pasta.
5. Tanti americani fanno viaggi in Italia.
6. E' tanto difficile studiare i venerdì sera.
7. La biblioteca qui è molto grande.
8. Le lasagne sono troppe buone!
9. Ci sono molti studenti in classe oggi.
10. Faccio poche telefonate interurbane.
11. Gli Italiani pagano tanto per l'elettricità.
12. La ragazza di Stefano è molto bella.
13. Ci sono troppi aggettivi in quella lezione! aggettivi in quella lezione!
 
Esercizio VIII: qualche o alcuni(e).
1. Compriamo qualche bottiglia di vino. = Compriamo alcune bottiglie di vino.
2. Ci sono alcune parole difficili nella lezione.
3. Ho qualche carta a casa.
4. Mangio alcuni pasticcini. = Mangio qualche pasticcino.
5. Compro qualche rivista.= Compro alcune riviste.
6. Ci sono alcuni giornali (m.pl.) sullo scaffale.
7. Ecco qualche giornale! = Ecco alcuni giornali!
8. Alcuni studenti non sono in classe oggi. Qualche studentessa è qui.
9. Ci sono alcune mele nel frigo.
10. C'è qualche formaggio nel frigo.
 
Esercizio IX. "SOME." Complete using the appropriate form of qualche, alcuni/alcune or un po' di.
1. Desiderate ________________ ravioli?
2. Compriamo ________________ disco?
3. Portano _______________ bottiglie di vino
4. Non ho fame; prendo solo _______________ dolce.
5. Mangi __________________ patate ?
 
Esercizi X, A-H. Orali. Practice these aloud, following the model.
 
Esercizio XI. Completare con qualcuno, qualcosa, alcuni/e, tutto/i/e, ognuno, nessuno.
1. Qualcuno ha telefonato mentre faceva la doccia.
2. Ho fame! Voglio qualcosa da mangiare.
3. Molti studenti hanno fatto bene; alcuni hanno fatto male.
4. Ognuno ha il suo libro e la sua penna.
5. Hai bisogno di qualcosa da leggere?
6. Tutti hanno giocato bene durante la partita.
9. Abbiamo mangiato tutto quello che c'era nel frigo.
10. A nessuno piace dare un esame.
 
Esercizio XII. Mixed drill: Aggettivi e pronomi indefiniti.
1. Alcuni ragazzi vanno alla discoteca.
2. Qualche ragazza esce con il suo ragazzo.
3. Ogni giovane si diverte tanto il venerdì sera.
4. Molti anziani, però, rimangono a casa la sera.
5. Poche persone si divertono leggendo articoli.
6. Tutte le classi finiscono fra poco.
7. Hai bisogno di qualcosa da fare durante le vacanze?
8. Tutti vanno dai genitori o dagli amici per le feste.
9. Quando avrò fatto tutto, chiuderò l'ufficio, e tornerò a casa.
10. Qualcuno ha dimenticato un libro sotto questa sedia.
 
Esercizio XIII. Senza aiuto: aggettivi e pronomi indeterminativi. 1. Alcuni studenti studiano molto.
2. Compra qualche giornale.
3. Tutti erano a casa ieri sera.
4. Qualche vino italiano è buono.
5. Alcuni libri sono interessanti.
6. Ho visto alcune villette.
7. Ognuno ama la pizza margherita.
8. Ognuno è andato al cinema.
9. Ognuno per sè e Dio per tutti.

ALL Italian Expressions with CI

Uso della particella “ci” e spiegazione della frase “ci sta”  

Buongiorno amici di Italiano Semplicemente. Grazie di essere qui, ancora una volta con noi in questo nuovo podcast da ascoltare e da leggere, ma soprattutto da ascoltare.

Prima però voglio fare una breve panoramica delle sette  regole più importanti, i sette “segreti” che ormai conoscono tutti per imparare a comunicare in italiano.

Io le ho chiamate le sette regole d’oro e le potete trovare online sul sito ItalianoSemplicemente.com

Le ho chiamate regole d’oro perché il tempo è prezioso come l’oro, ed applicare queste semplicissime regole permette di imparare l’italiano anche se non avete molto tempo a dispozione e di utilizzare al meglio quel poco che avete. Ve le ricordo molto brevemente:

Prima regola: ascoltare più volte lo stesso episodio, perché REPETITA IUVANT, cioè “ripetere giova”, cioè ripetere fa bene, ripetere è utile, perché ripetendo si fissano bene le cose in testa, si memorizza solo così: ripetendo.

Seconda regola: per usare al meglio il tempo,  usare i tempi morti per ascoltare, cioè ascoltare in viaggio, mentre si fa la spesa, lavando i piatti, facendo sport ecc.

Terza regola:  senza stress, quindi ascoltare  quando siete tranquilli e ben rilassati. Quindi la cosa migliore è farlo mentre fate una passeggiata nel parco senza nessun rumore al di fuori di quelli della natura ad esempio.

Quarta regola: Non cercate di memorizzare le parole. Non focalizzatevi sulle singole parole quindi, ma cercate di imparare attraverso delle storie e soprattutto usando le vostre emozioni; non solo attraverso parole o frasi da ripetere. Le emozioni sono la vera colla, il cemento della memoria. Ripetete quindi con toni diversi e possibilmente ad alta voce (se non vi sente nessuno).


Quinta regola: utilizzate Italiano vero e che vi PIACE.  Ognuno di noi è un individuo unico, con i propri gusti, con le proprie emozioni, con le proprie preferenze. Se vi piace la grammatica potete ascoltate anche lezioni in cui si spiega la grammatica, come questa, che in parte è una lezione anche grammaticale, ma ascoltatele, non solo leggetele. Se vi piace la moda, ascoltate audio che riguardano la moda, eccetera. Ad ognuno il suo argomento, non ce n’è uno che vale per tutti in generale. Ognuno di noi è unico ed irripetibile.

Sesta regola: l’importanza  di fare delle domande e dare delle risposte sulle storie ascoltate. Questa è una regola valida soprattutto per i principianti, e infatti tutte le storie per principianti di Italiano Semplicemente hanno, anche uno o più file audio con le Domande & Risposte.

Settima regola: Parlare. Parlare è fondamentale. La comunicazione è fatta, lo dico sempre, di bocca e di orecchie, con in mezzo il vostro bel cervello. Quindi potete usare whatsapp, un grande strumento che oggi abbiamo a disposizione per registrare piccoli audio che potete riascoltare se volete.

Bene allora se non avevate mai sentito le rette regole d’oro questa è stata una buona occasione per farlo. Su Italiano Semplicemente ho dedicato un file audio per ognuna delle regole d’oro.

Oggi invece spieghiamo una frase che Alexandre, su Twitter mi ha suggerito.

La frase è “CI STA”. Ringrazio Alexandre della domanda, lui è sempre attento a queste espressioni particolari. Ciao Alexandre.

Allora “ci sta” è una frase con due piccole paroline: la particella CI e la parola STA.

Ci è appunto una particella. L’uso di questa particella risulta un po’ complesso perché ha diverse funzioni e diversi significati.

Sintetizzando al massimo, CI può indicare “noi” oppure serve ad indicare direttamente qualcuno o anche qualcosa direttamente, una qualsiasi cosa tangibile o non tangibile, e quindi anche un luogo, oppure una situazione. Inoltre CI se unito ad un verbo ne cambia il significato. Quando indico qualcosa o qualcuno, o un luogo, il ruolo di CI è quello di non ripetere la cosa a cui ci si riferisce.

Questo è il riassunto, che però ha bisogno di esempi, altrimenti è inutile.

Facciamo degli esempi:

Dicevo che CI serve ad indicare “noi”: quindi è pronome personale plurale, Quindi come pronome personale il CI serve ad unire più persone.

“Oggi io e mia moglie ci sentiamo bene”. Quindi CI indica noi: noi ci sentiamo bene. Noi stiamo bene, siamo felici. In questo caso CI è un pronome personale ed equivale quindi ad altri pronomi personali come mi (io mi sento bene), ti (tu ti senti bene) si (lui si sente bene), vi (voi vi sentite bene) ed ancora si (loro si sentono bene). Quindi il CI riferito a noi si riconosce perché se mi riferisco a me diventa “mi”, se si riferisce a te diventa “ti”, diventa “si” con lui, lei e loro, maschi o femmine che siano.

Quindi ad esempio posso dire anche:

Io e te ci vediamo spesso,

Io e lui ci alziamo sempre alle 7 di mattina,

Io e mia madre ci vediamo ogni lunedì,

Io e i miei amici ci salutiamo sempre quando ci incontriamo.

In tutti questi casi vale il NOI, quindi in questo caso la particella CI serve sempre ad unire. Ovviamente va sempre specificato con un verbo qual è il motivo dell’unione: ci andiamo, ci vediamo, ci salutiamo eccetera.

Vediamo al secondo gruppo di significati, dove CI serve a non ripetere la cosa a cui ci si riferisce.

Cominciamo a vedere quando si indica qualcuno:

In tal caso CI si chiama complemento indiretto. Ad esempio:

Vai spesso in vacanza con lui? Risposta: “Sì, ci vado spesso”.

Quindi CI significa “con”, con lui, con lei, o con loro.

Mangiate spesso insieme tu e lui? “Sì, ci mangio” cioè “con lui mangio spesso”: ci mangio spesso (ci=con lui).

Viaggi spesso insieme a lei? “Sì, ci viaggio spesso” (con lei viaggio spesso = ci viaggio spesso)

Oppure:

Puoi contare su di lui? “Sì, sicuramente ci posso contare”, oppure “no, purtroppo non ci posso contare”.

Quindi in questo caso (complemento indiretto: indico qualcuno), CI non cambia col soggetto: resta sempre CI. Questa è una bella differenza rispetto al pronome personale.

Io ci posso contare, tu ci puoi contare, lui ci può contare, noi ci possiamo contare, voi ci potete contare e loro ci possono contare: CI non cambia perché si riferisce sempre alla stessa persona: contare su di lui, o su di lei, o su di loro. Non importa chi è che ci conta.

Abbiamo quindi visto CI come pronome personale “NOI” (primo utilizzo) e poi come complemento indiretto per indicare qualcuno (secondo utilizzo). Poi come dicevo prima posso anche riferirmi ad una cosa tangibile o intangibile (terzo utilizzo) oppure anche un luogo (quarto utilizzo). Anche quando mi riferisco a cose o luoghi lo uso per non ripetere la cosa a cui ci si riferisce.

Se parlo di cose (e non di persone) il CI prende il nome di pronome dimostrativo:

Posso mangiare su questo tavolo? Ci posso mangiare? Posso mangiarci? Risposta: Sì, ci puoi mangiare.

Il CI quindi significa “su questo”, ma in altri casi può significare “a questo” oppure “in questo”

Esempio:

Ci credi ai miracoli? Sì, ci credo. Quindi: credo a questo, credo nei miracoli, credo in questo. Anche con le cose, come per le persone, è importante sottolinearlo, il CI resta sempre CI: io ci credo, tu ci credi, lui ci crede eccetera. Non cambia.

Se indico un luogo invece (quarto utilizzo di CI) si chiama avverbio di luogo. Anche qui CI serve a non ripetere.

Vai in vacanza?  Risposta: “Sì, ci vado spesso”: CI indica la vacanza. Che non è però un luogo preciso.

Invece:Vai in Italia?  Oppure: Vai a Roma? Risposta: “Sì, ci vado spesso”: CI indica l’Italia o Roma. Che sono invece dei luoghi precisi, ben identificati, non generici.

Notiamo poi che, ancora una volta, CI resta sempre CI anche con i luoghi come la vacanza (generica) o l’Italia o un altro luogo qualsiasi.

Io ci vado, tu ci vai, lui ci va, noi ci andiamo, voi ci andate, loro ci vanno. Come vedete non cambia con la persona: CI resta sempre CI.

Altri esempi di questo tipo:Vieni al cinema con me e Luca? Risposta: Certo, ci vengo molto volentieri. Ci vengo = vengo al cinema. Il cinema è un luogo preciso. Ci indica “il cinema”.

Andiamo al mare insieme oggi? Ovviamente sì, ci vengo sicuramente! Ci vengo = vengo al mare

Posso naturalmente avere delle frasi in cui sono presenti entrambi questi due tipi di CI. Sia quello inteso come noi, si quello che serve a non ripetere la cosa di cui si parla.

Ad esempio:Andiamo al mare insieme oggi? Risposta: Sì, ci vengo! Ci vediamo sotto casa mia?

In questo caso il primo CI (“sì, ci vengo”) serve ad indicare il mare. Mentre il secondo CI (ci vediamo sotto casa mia) è un pronome personale: io te ci vediamo.

Bene, Infine, per concludere l’uso della particella CI, si è detto all’inizio che CI cambia alcuni verbi, li cambia di significato.

Vediamo qualche verbo in particolare prima di arrivare alla frase di Alexandre.

Vediamo volere. Volere è diverso da volerci.

“Io voglio mangiare una mela” è diverso da “per mangiare una mela ci vogliono i denti”.

Nella prima frase c’è volere: “io voglio mangiare”: volere esprime una volontà, un desiderio.

Nella seconda frase c’è volerci: “ci vogliono i denti”. In questo caso volerci (ci vogliono) significa che è necessario: ci vogliono i denti = è necessario avere dei denti, perché senza i denti non si può mangiare la mela.

Analogamente mettere è diverso da metterci.

“Mettere una mano sul tavolo” ad esempio significa appoggiare la mano sul tavolo, prendere la mano e metterla sul tavolo.

Invece se dico “per andare al lavoro ci metto 40 minuti” sto usando il verbo “metterci”:

“Metterci 40 minuti per andare al lavoro”.

In questo caso metterci significa impiegare, non ha niente a che fare con mettere: metterci indica il tempo necessario per andare al lavoro: ci metto mezz’ora, ci metto venti minuti eccetera.

Non è invece la stessa cosa se dico: “nel mio lavoro ci metto impegno”. In questo caso metterci somiglia più a mettere, che però è un verbo che si usa per le cose tangibili, che si toccano, invece metterci impegno si riferisce all’impegno, che non si tocca. È quindi una frase simile a “nell’acqua ci metto il sale”: in questo caso c’è il gesto fisico, quindi il senso di ci metto è proprio come quello di mettere. Metterci impegno  somiglia a metterci il sale.
poi c’è anche “mettercisi” che è la forma riflessiva: il SI rappresenta se stessi. Mettere se stessi da qualche parte, perché c’è il CI. In questo caso “mettercisi” significa impegnarsi:

“Se mi ci metto passerò l’esame di italiano”, che significa che se mi ci impegno, se mi concentro, se studio molto, allora sicuramente passerò l’esame.

In generale comunque i verbi cambiano con e senza la particella “ci”.

Anche provare e provarci non hanno lo stesso significato, ed anche stare e starci non hanno lo stesso significato.

E qui arriviamo alla frase di Alexandre: “ci sta”. Stiamo parlando del verbo stare e del verbo starci. Stare è un verbo che ha mille utilizzi ma indica in generale la presenza:

“Io sto a casa”: io mi trovo a casa.

Invece “starci” significa semplicemente “essere d’accordo”.

Ad esempio: ci stai a cenare insieme stasera? Il tu è sottinteso in questa frase (tu ci stai), il tu è scontato, quindi se sto parlando con te ti dico: ci stai a cenare insieme stasera? Vale a dire: sei d’accordo? Va bene?  Ti va bene? Sto parlando con te!

Se tu ci stai, allora sei d’accordo. Potresti rispondere: “Si, ok, ci sto! Ceniamo insieme”.

Quindi starci significa concordare, essere d’accordo, dire di sì. Come vedete anche qui dicendo CI si può non ripetere la cosa di cui si sta parlando.

Cosa mi dici allora? Usciamo insieme stasera?

“Ci sto!” anche questa potrebbe essere una risposta, più breve, oppure anche ok, d’accordo, sì, va bene: sulla cosa che hai appena detto, va bene, concordo. In poche parole “ci sto”.

Ci sono quindi in generale due persone, una che fa una proposta ed una che riceve la proposta: se la proposta è accettata si risponde: ok, ci sto! Invece se non va bene si risponde: “no, io non ci sto”.

Fate attenzione però perché qui devo avvertirvi: spesso starci si usa nelle relazioni sentimentali ed amorose, a questo tipo di accordi; a questo tipo di proposte.

Infatti anche qui si hanno due persone. Una delle due fa una proposta all’altra, e questa proposta è amorosa. Se quindi l’altra persona CI STA, vuol dire che ha accettato la sua proposta amorosa.

Che significa?

Ad esempio: a mio fratello piace una ragazza e stasera lui ha intenzione di invitarla ad uscire. Io però avviso mio fratello e gli dico: lascia stare, tanto lei non ci sta, non perdere il tuo tempo con lei.

“Lei non ci sta”, questo è il mio avvertimento a mio fratello: Caro fratello, tu a lei tu non piaci, quindi lei con te non ci starà (al futuro), non accetterà la tua proposta e se tu cercherai di baciarla, lei non ci starà, non si farà baciare.

Se mio fratello invece non ascolta il mio consiglio e va ugualmente a cena fuori con la ragazza, allora alla fine della serata lui torna a casa e io gli dico: allora? Com’è andata? C’è stata?

Lui magari mi risponde: no, non c’è stata purtroppo.

Te l’avevo detto che non ci stava!

Quindi se da una parte mio fratello ci ha provato (verbo provare-provarci), la ragazza non c’è stata (non ci è stata).

Posso anche dire che:

Mio fratello c’ha provato (ci ha provato) e la ragazza non c’è stata. Provarci e starci sono entrambi dei verbi che si usano nelle relazioni amorose, cioè in particolare negli approcci. Una persona ci prova e l’altra ci sta oppure non ci sta.

Però quando una persona ci prova e l’altra ci sta, normalmente non sono cose serie: si tratta di storie di adolescenti, di approcci, di esperienze giovanili. Cosa che non esclude comunque che questa relazione, se lei ci sta ovviamente, non si possa concludere con un matrimonio: non si sa mai nella vita!.

Quante volte da ragazzi c’abbiamo provato con diverse ragazze: alcune ci stavano ed altre no (non ci stanno mica tutte – magari!): ma questa è la vita.

Questo è un primo modo di usare “CI STA” e si usa con riferimento alle persone. Lei ci sta = lei è d’accordo.

Un secondo modo non si usa con le persone, ma ugualmente indica due cose che vanno d’accordo.

Ad esempio se oggi decido di andare al mare con mia madre e le chiedo:

Che ne dici mamma, se dopo essere stati al mare andiamo a pranzo fuori al ristorante? Ti va? Prima il mare e poi il ristorante.

Mi madre risponderebbe: Bravo, bell’idea, così non cuciniamo con questo caldo! Oppure porebbe rispondere: prima al mare e poi al ristorante? Mmmm, Sì! Ci sta! Ci sta tutto!

Quindi posso dire che, da una parte, mia madre “ci sta” (lei ci sta) alla mia proposta nel senso che lei accetta quello che le ho detto, accetta la proposta che le ho fatto, quindi lei, mia madre ci sta, è d’accordo: e questo è il primo significato di “ci sta” (è mia madre che ci sta, che è d’accordo), quello che abbiamo appena visto, ma posso anche dire che mia madre risponde: “ci sta”. Lei risponde: prima al mare e poi al ristorante? Mmmm, Sì! Ci sta! Ci sta tutto!

Quindi non risponde “ci sto” ma “ci sta”.

E quindi è questo il secondo significato: è la tua proposta che “ci sta”, è la tua proposta che è appropriata, che è fattibile, è proprio una bella idea.

In questo caso quindi non è che mia madre si è sbagliata; semplicemente voleva dire che la mia proposta “ci sta”, nel senso che la mia proposta è pertinente, è appropriata; è una cosa intelligente decidere di andare a pranzo al ristorante, perché probabilmente saremo stanchi dopo il mare e farà anche molto caldo per cucinare:

Allo stesso modo posso dire:

Ci sta tutto che la Roma perda col Real Madrid.

Ci sta tutto che la Roma perda col Real Madrid, cioè può accadere: se la Roma perdesse, non sarebbe una cosa di cui stupirsi, ci sta.

Quindi in questo caso le due cose che si deve decidere se vanno d’accordo o meno sono 1) che la Roma perde, 2) che la Roma gioca contro il Real Madrid. Ci stanno queste due cose insieme?

Ci sta, eccome se ci sta. Si può fare, è possibile, come andare al ristorante dopo essere stati al mare. E’ un’ipotesi da prendere in considerazione.

Quest’ultimo modo di usare “ci sta” potrebbe creare qualche problema ed allora vi faccio altri esempi. Ammettiamo che mia moglie mi chiede di andare a prendere sua sorella con la macchina? Ebbene, posso dire che ci sta, che può starci, ma se me lo avesse chiesto un amico sarebbe stata una richiesta un po’ anomala. Siccome è mia moglie, ci sta sicuramente.

Quindi bisogna confrontare due cose qualsiasi, che possono andare d’accordo oppure no. Se vanno d’accordo, allora dico che “ci sta” e quindi Si tratta di due cose che con una certa facilità possono essere accoppiate. Quando ti fermi a pensare se una cosa può essere strana oppure no, se, dopo che ci hai pensato, dici che in fondo le due cose possono anche essere facilmente collegate, allora dici: si sta, ci può stare.
Ci sta che una moglie tradita dal marito lo perdoni? Si ci sta.

Ci sta che una moglie perdoni il marito per 10 tradimenti? Mo, non ci sta!!
Un altro modo simile di dire “ci sta” è al posto di “c’entra”, cioè che una cosa entra all’interno di un’altra. Le due cose sono però questa volta due oggetti.

Se ad esempio devo fare la valigia per andare in vacanza, e ho dimenticato di inserire un libro, allora dico a mio figlio: Emanuele prova a vedere se questo libro ci sta nella valigia. Emanuele: ok papà, ci provo… ci sta! . Ok, quindi Ci sta significa in questo caso “c’entra” ; il libro entra in valigia, ci sta, dove il ci si riferisce alla valigia. Quindi questo utilizzo di ci rientra tra quelli visti prima, quando il riferimento è agli oggetti.

Un ultimo esempio di ci sta appartiene alla categoria del ci come pronome personale, nel senso di noi, infatti se chiedo ad alcuni miei amici: vi sta bene se domani andiamo al cinema?
Vi sta bene? Risposta: si, ci sta bene, ok!

Bene facciamo ora un esercizio di ripetizione, facendo anche una lista degli esempi visti su tutti gli utilizzi di “ci sta”. Ripetete dopo di me.

Ci sto!—

Io ci sto!…

Ci stai? Sì, ci sto!…

Tu ci stai…

Lui ci sta

 

 

 

 .....

  *time-stamps* 00:00 - intro 01:00 - ANDARE (to go) 02:57 - APRIRE (to open) 03:55 - AVERE (to have) 04:40 - BERE (to drink) 05:51 - CHIEDERE (to ask) 06:59 - CHIUDERE (to close) 07:54 - CORRERE (to run) 08:48 - DARE (to give) 09:34 - DIRE (to say) 10:08 - DOVERE (to have to, must) 10:50 - ESSERE (to be) 11:51 - LEGGERE (to read) 12:30 - METTERE (to put) 13:09 - NASCERE (to be born) 14:00 - POTERE (can) 14:30 - PRENDERE (to take) 15:05 - RISPONDERE (to answer) 16:02 - SCEGLIERE (to choose) 16:37 - STARE (to stay) 17:06 - USCIRE (to go out) 17:44 - VENIRE (to come) 18:21 - VOLERE (to want)

Impara a comunicare in Italiano. Semplicemente

Vita, morte e miracoli

Ciao amici, spero stiate tutti bene.Oggi, come vi avevo promesso sulla pagina Facebook, vi vorrei spiegarvi la frase "vita,morte e miracoli".Durante questa spiegazione inoltre utilizzerò alcuni verbi che ho già spiegato sulle paginedi ItalianoSemplicemente.com e precisamente sto parlando dei verbi professionali che èuna parte del corso di Italiano Professionale che sarà completo nella sua versionebase nel 2018.1

Molti hanno già prenotato il corso, coloro che vogliono farlo possono ancora farlo perchéfino a tutto l'anno 2017 potranno averlo ad un prezzo speciale: 139 anziché 200 euro.

 Chivuole potrà anche ricevere a casa una pen-drive con tutti i file delle lezioni e da subitopotrà avere accesso all'area riservata su Google drive per leggere ed ascoltare le lezioni.Per coloro che non lo sanno ancora il corso è un corso completo di italiano, dove vengonoaffrontate in particolare tutte le tematiche del lavoro, in particolare le riunioni, gli incontri,le trattative di affari, la presentazione personale della vostra azienda, il linguaggio formalee le espressioni idiomatiche consigliate ed anche quelle sconsigliate e che non bisogna maiusare nel lavoro. 

Come scrivere una mail, come fare offerte d'affari, come rispondere altelefono, come rispondere a delle critiche; affronteremo anche come esprimere la propriaopinione, quali sono i diversi modi per esprimere una opinione, eccetera. Il corso quindi èuna occasione per tutti per imparare l'italiano in modo più approfondito, e questo cipermetterà di ampliare il vocabolario con tanti nuovi termini e nuovi verbi.Quindi fino al giorno in cui il corso sarà completo stiamo spiegando un verbo allasettimana. Finora abbiamo visto 10 verbi professionali, i cui link li potete trovarenel sommario del corso. Nella trascrizione del testo che ho predisposto per voiscriverò i verbi di colore rosso e potrete cliccare sul verbo per ascoltare, se volete, laspiegazione del verbo indicato.Oggi quindi durante la spiegazione della frase "vita, morte e miracoli" io utilizzerò tuttiquesti verbi. Nel file audio, che state ascoltando ora, ascolterete invece un piccolo suonoogni volta che io userò questi verbi. Spero di riuscire bene a rendere l'idea a tutti.Spero che questo esperimento vi piaccia così potrete ascoltare la spiegazione della frase dioggi e nello stesso tempo potrete anche ripassare, rivedere e ricordare meglio l'uso diquesti dieci verbi.

Allora: "Vita, morte e miracoli".Spieghiamo prima le parole: "La vita": sapete bene cosa sia la parola vita (V-I-T-A) initaliano significa due cose principalmente: la vita è il contrario della morte. Se avete la vita,che è una cosa che hanno tutti gli esseri viventi, vuol dire che siete vivi, quindi respirate,mangiate, vedete, sentite, toccate e odorate. Avere la vita significa "vivere" e quindi la vita èpropria degli esseri animali e vegetali. 

Ogni essere vivente dispone di un certo tempo divita, ha cioè a disposizione un determinato tempo di vita, che evidentemente decide ilnostro Dio: solo Dio può dettare la durata della nostra vita.Un secondo significato della vita è una parte del corpo umano, e precisamente la zonasituata sopra i fianchi: la vita è la zona in cui si mette la cinta dei pantaloni, per dareun'idea della zona.Ma in questo caso, per la frase di oggi, ci riferiamo alla vita nel primo significato, quello piùimportante: la vita come il contrario della morte, che è la seconda parola della frase "vita,morte e miracoli". La morte è la fine della vita, e quando arriva la morte non c'è più lavita: delle due l'una, o un essere è vivo oppure è morto. Non è possibile essere sia vivo chemorto contemporaneamente.

2 Infine i miracoli: un miracolo (miracoli al plurale) è un evento straordinario, cioè nonordinario, un evento che è considerato al di sopra delle leggi naturali, quindi un miracolo siconsidera essere sempre opera di Dio: soltanto Dio può fare un miracolo, oppure i miracolili può fare non direttamente Dio ma mediante una sua creatura.Quindi ad esempio quando Gesù, il profeta Gesù, il figlio di Dio, dopo la sua morte sullacroce, è resuscitato, ebbene questo è un miracolo; è stato un miracolo perché nessuno puòrinascere dopo la morte, nessuno può resuscitare: nessuno tranne Dio o una sua creaturacome il figlio di Dio, che appunto è Gesù di Nazaret. Non provate quindia spacciarvi per un Dio, perché non riuscirete a fare miracoli.I miracoli quindi sono tutte le cose che in natura non si possono fare, comeappunto rinascere."Vita morte e miracoli" è una espressione idiomatica che, se analizzata parola perparola, non ci dice nulla ma che si usa molto in Italia soprattutto dopo ilverbo sapere o conoscere: "sapere vita morte e miracoli" di qualcuno, oppure"conoscere vita morte e miracoli" di qualcuno.

Sapere vita morte e miracoli di qualcuno significa essere al corrente di tutto ciò che loriguarda.Se io quindi conosco vita morte e miracoli di Donald Trump, il presidente americano, adesempio, vuol dire che conosco tutto di lui, conosco tutta la sua vita, tutto ciò che gli èsuccesso: la sua vita personale, la sua vita professionale, la sua infanzia, la suaadolescenza, se ha riscosso successo al lavoro, se ha fallito, e in generale cosa ha fattodurante tutta la sua vita in tutti i campi.Ma perché si dice così? Perché si dice sapere vita morte e miracoli?Beh, se ci pensate la vita è l'inizio della nostra storia sulla terra, e la morte è la fine. Imiracoli invece rappresentano tutto ciò che durante la vita può accadere.

Quindi sapere tutto, dall'inizio alla fine a proposito di una persona, si dice sapere vitamorte e miracoli di quella persona.E' una espressione che si usa fondamentalmente con le persone, ma questo non significache non possiate usarla anche per altre cose, come animali o opere dell'uomo, in fondo ciòche conta veramente è che l'oggetto di cui si parla abbia una storia, una storia che iniziacon la nascita e finisce con la morte, morte che non è detto sia già avvenuta e in mezzo èsuccesso qualcosa.

Se ad esempio state parlando della Città di Roma e siete un esperto dell'architettura diRoma e della sua storia in generale, potete dire che conoscete vita morte e miracoli diRoma, della capitale d'Italia. Ma se conoscete vita morte e miracoli di Roma o diqualunque altra cosa o persona vuol dire che conoscete proprio tutto, e nessuno più di voine sa più di voi.

3 Ci sono altre espressioni italiane che somigliano a questa, che ha diciamo una radicecattolica-cristiana per via della presenza della parola miracoli.Ad esempio la frase "conoscere nei dettagli" è più utilizzata perché più professionale edunque più usata nel lavoro. Se conoscete una cosa, generalmente un argomento, "neidettagli", lo conoscete bene, e non vi sfuggono neanche i dettagli, cioè le cose più piccole emeno importanti. 

Anche il verbo "conoscere" se vogliamo è più professionale di "sapere":conoscere è più usato per le materie di studio mentre sapere significa "essere aconoscenza", cioè "non ignorare".Inoltre abbiamo visto nella prima lezione di Italiano Professionale, quella dedicata allecompetenze, che ci sono molti modi di dire che conosciamo bene qualcosa, in particolare sesi tratta del nostro lavoro: quindi se volete potete dare un'occhiata alle varie espressioniviste durante quella lezione: ad esempio "saperla lunga", "non essere nati ieri" e altreespressioni molto usate in Italia a livello professionale.Valutate quindi se è il caso di ripassare la prima lezione di Italiano Professionale,che è disponibile per tutti.

Ora se volete potete eseguire un esercizio di ripetizione per meglio memorizzare questafrase, dopodiché vi potete anche liquidare, a meno che non vogliate ripetere l'ascolto.Vi invito quindi a fare l'esercizio di ripetizione sperando che voi non decliniate il mioinvito.Vita, morte e miracoli.Sapere vita, morte e miracoli.Conoscere vita, morte e miracoli.Sapere vita, morte e miracoli di Barack Obama.Sapere vita, morte e miracoli di Roma.Sapere vita, morte e miracoli di mio fratello

4.Grazie a tutti per l'ascolto, grazie anche a coloro che supportano Italiano Semplicementeattraverso una donazione. Grazie a queste donazioni il sito può continuare a vivere edaiutare gli stranieri ad imparare l'italiano: non facciamo miracoli ma cerchiamo di dareuna mano.Ci vediamo al prossimo episodio di Italiano Semplicemente.Abbiate cura di voi.

5 a spacciarvi per un Dio, perché non riuscirete a fare miracoli. I miracoli quindi sono tutte le cose che in natura non si possono fare, come appunto rinascere. "Vita morte e miracoli" è una espressione idiomatica che, se analizzata parola per parola, non ci dice nulla ma che si usa molto in Italia soprattutto dopo il


Impara a Comunicare in Italiano.Semplicemente

Grandi personaggi italiani: Rita Levi-Montalcini

Ciao ragazzi e benvenuti su ItalianoSemplicemente.com io sono Giovanni.Che ne pensate se oggi parliamo di un grande personaggio italiano?Tra i tanti personaggi famosi in tutto il mondo potremmo ad esempio parlare di Rita LeviMontalcini.Una grande donna italiana, vissuta dal 1909 al 2012; dunque ha vissuto ben 103 anni, durante iquali è stata una famosa neurologa e accademica, oltre che una senatrice a vita italiana, e perfinire ha vinto il Premio Nobel per la medicina nel 1986.Neurologa significa che ha studiato neurologia, cioè la scienza che si occupa del sistemanervoso. La neurologia è la branca specialistica della medicina che studia le patologie del sistemanervoso.Accademica vuol dire che si è dedicata alla ricerca e all’insegnamento, mentre il premio Nobel, oNobèl (si può pronunciare in entrambi i modi) è innanzitutto un premio, anzi potremmo dire che sitratta di un'onorificenza, cioè un alto premio, un premio di alto valore, legato all’onore. Il premioNobel è quindi un premio di valore mondiale, un’onorificenza attribuita annualmente a personeviventi che si sono distinte nei diversi campi dello scibile apportando i maggiori beneficiall'umanità per le loro ricerche, scoperte e invenzioni, per l'opera letteraria, per l'impegno in favoredella pace mondiale.Questa è la definizione di premio Nobel. Soltanto persone che viventi possono ricevere questopremio, quindi persone che sono vive nel momento della premiazione.Il premio è attribuito (cioè dato) annualmente (cioè tutti gli anni) a persone viventi che si sonodistinte nei diversi campi dello scibile.Ho detto persone che si sono “distinte”. Si parla del verbo “distinguere” nella modalità riflessiva:“distinguersi”, che significa mettersi in luce, farsi notare, essere riconoscibile per qualcosa che siè fatto nella vita. Chi si distingue quindi si si distingue dagli altri, perché è diverso dagli altri. Inquesto caso perché ha una qualità rispetto agli altri, una grande qualità. In generale ci si puòdistinguere per diversi motivi.Ci si può distinguere per onestà,Ci si può distinguere per correttezza, per diligenza, per chiarezza, ed in generale per qualitàmorali e professionali soprattutto.

Comunque spesso i parla semplicemente di caratteristiche, come l’elefante indiano ad esempio,che si distingue da quello africano perché ha le zanne meno sviluppate, più corte quindi.Ebbene Rita Levi Montalcini nella sua vita si è distinta (parlo al passato ovviamente e alfemminile) per diverse cose. Si è distinta in uno dei campi dello scibile.Lo scibile è un termine che indica tutto ciò che può essere conosciuto e compreso. Si parlaspesso dello scibile umano, cioè di tutto quello che gli esseri umani posso conoscere, quindi siparla di scienze, di conoscenze degli esseri umani. Questo è lo “scibile umano”.Ripeti: scibile umanoRipeti: lo scibile umanoRipeti: Distinguersi in un campo dello scibile umano.Rita Levi Montalcini per cosa si è distinta quindi? Essendo una scienziata in medicina, di èovviamente distinta nel campo della medicina e della neurologia. Ha fatto un’importante scopertascientifica, scoperta per la quale è stata insignita nel 1986 del premio Nobel per la medicina.È stata insignita del premio Nobel per la medicina dunque.Insignita. Insignita viene dal verbo “insignire”, che significa: “Fregiare di un'onorificenza o di untitolo”.Quando una persona viene insignita di qualcosa, si tratta sempre di qualcosa che dà onore aquesta persona, che la premia, che la onora, che le riconosce un alto merito per la sua opera. Siusa sempre in questo modo:Insignire di un premio, insignire di una onorificenza, insignire di riconoscimenti, insignire di unatarga.Rita Levi Montalcini è stata insignita nel 1986 del premio Nobel per la medicina.Attenzione perché solamente per le alte onorificenze posso parlare di un vero insignimento. Nonposso certamente insignire un amico di un premio per aver vinto una corsa in bicicletta. La cosafarebbe un po’ sorridere.Stiamo facendo perciò un alto riconoscimento, ed è quello che ha avuto Rita Levi Montalciniquando è stata insignita del Premio Nobel per la medicina. Questo sì che è un vero insignimento.Ripeti: InsignitaRipeti: Insignita del premio NobelRipeti: Rita Levi Montalcini è stata insignita del Premio Nobel per la medicinaNel 2001 poi è stata nominata senatrice a vita “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nelcampo scientifico e sociale”.È stata nominata senatrice a vita, cioè è stata designata senatrice a vita.Essere nominati senatrice a vita (o senatore a vita) è ovviamente un onore, perché quando unapersona viene nominata o designata senatore o senatrice a vita, questo può avvenire solamenteper alti meriti; per aver fatto delle grandi cose.

In questo caso per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale.Rita Levi Montalcini ha illustrato la patria, cioè l’ha resa gloriosa, ha dato lustro alla patria, cioèha reso la patria migliore, l’ha migliorata, le ha dato gloria, l'ha illustrata.Il verbo illustrare si può usare anche in questo modo. Normalmente quando si illustra qualcosa simostra, si commenta, si chiarisce nei particolari:vorrei illustrare un libro con delle immaginiad esempio.In tal caso si usa per dare lustro, per dare gloria alla patria, cioè all'Italia. E lei lo ha fatto “conaltissimi meriti nel campo scientifico e sociale”.Il senatore a vita è una carica istituzionale. Normalmente si diventa senatori attraverso unaelezione, ma senatore a vita si diventa per due motivi: o perché si è stati Presidente dellaRepubblica Italiana, oppure perché ci si è distinti “per altissimi meriti nel campo sociale,scientifico, artistico e letterario”. In questo caso si viene scelti dal presidente della RepubblicaItaliana, che ha la facoltà (cioè la possibilità) di nominare 5 senatori a vita, scegliendoli tra icittadini italiani.Capite quindi che essere nominati senatore a vita non è una cosa da poco. “A vita” vuol dire pertutta la vita, cioè fino alla morte.E’ interessante notare che su più di 500 premi Nobel assegnati fino ad oggi, soltanto 12 di questisono andati a delle donne: circa 1 su 50.Lei stessa ha ammesso che nella sua vita ha dovuto combattere, ed ha sofferto tutta la vita peressere accettata in quanto donna negli ambienti scientifici più esclusivi e rinomati. Ha faticato, hasofferto tutta la vita.Lei era consapevole di questa difficoltà per le donne di tutto il mondo, soprattutto nel mondo dellostudio e delle scienze.Per questo ha deciso di aiutare le giovani studentesse universitarie africane, con l’obiettivo dicreare una classe di giovani donne che svolgano un ruolo chiave, un ruolo importante nella vitascientifica e sociale del loro paese.In Africa infatti anche il diritto allo studio è spesso negato alle donne. La donna africana spessonon ha diritto allo studio. Il diritto allo studio le viene negato, cioè le viene impedito di studiare alladonna africana: studiare non è un suo diritto, non rientra tra i suoi diritti.Notate che ho detto “le viene negato” e non “gli viene negato” perché si tratta di una donna.Anche gli italiani speso fanno questo errore: il pronome “gli” tende a essere usato anche al postodel femminile “le”.- Stasera chiamerò Giovanni. Gli mostrerò il mio lavoro.- Stasera chiamerò Giovanna. Le mostrerò il mio lavoro.Analogamente posso dire:- Voglio bene a Giovanni. Gli voglio bene.

- Voglio bene a Giovanna. Le voglio bene.- A Giovanni viene negato un diritto. Gli viene negato un diritto- A Giovanna viene negato un diritto. Le viene negato un dirittoDunque secondo la Montalcini le ragazze africane hanno fame di conoscenza, di sapere: “hannopiù fame di conoscenza che di cibo” (sono le sue esatte parole) e “sono molto più determinatedegli uomini: quando possono istruirsi i risultati sono davvero sorprendenti”.Sentiamo direttamente la sua voce, quando in un’intervista parlava delle donne e della suaesperienza di vita come donna:---Rita Levi non si è mai sposata (un’altra curiosità interessante) e non ha mai pensato di sposarsi:“Io sono sposata con la scienza” diceva, e “non ho mai sentito la mancanza di un figlio o il bisognodi legarmi a un uomo. Sono felice così”.Aggiunge che se in passato fosse mai stata corteggiata da qualche uomo, se qualche uomo fossemai stata interessata a lei, magari un collega di lavoro, ebbene, lei non ne n’è neanche accorta.“L’amore su di me ha l’effetto dell’acqua sulle piume di un’anatra: sono totalmente impermeabile”,ha detto.Come sapete infatti l’acqua, quando viene a contatto con le piume delle anatre non riesce abagnare le piume, perché queste sono impermeabili, quindi l’acqua scivola sulle piume, e laMontalcini usa questa immagine per descrivere l’amore e l’effetto che fa su di lei: l’amore per unuomo, su di lei, è impermeabile, nel senso che lei non si è mai innamorata di un uomo, l’amore lescivola addosso, come l’acqua scivola sulle piume di un’anatra.Tra parentesi, una piccola curiosità: mi sono informato su questo, ed ho scoperto che le anatre,come anche le oche e i cigni, possiedono una ghiandola, che si trova sul dorso, cioè sullaschiena, vicino alla coda, che produce una sostanza oleosa, (come un olio quindi) con la quale gliuccelli si spalmano le piume per renderle impermeabili.Ripeti:un oliouna sostanza oleosaun olio che le anatre si spalmano sulle piumeuna sostanza con la quale le anatre si spalmano le piumeun olio con il quale le anatre si spalmano le piumeComunque, curiosità a parte, mi sono anche chiesto se Rita Levi Montalcini avesse a che fare inqualche modo con la lingua italiana.Beh, comunque non ho trovato granché sul legame con la lingua italiana, ma ho trovato unacuriosità: dovete sapere che La Montalcini ha scritto anche una canzone nell’anno 2006 che sichiamava “Linguaggio Universale”, che ha partecipato alle selezioni del Festival di Sanremo2007.

Non si parlava di lingua italiana però. Si parla però di una lingua, anzi di un linguaggio: questacanzone parla di vita, di pace e di amore, gli unici veri linguaggi universali che uniscono il mondo.La canzone sarebbe stata cantata dal gruppo Musicale Jalisse. Ho detto “sarebbe stata cantata”perché la canzone non è riuscita a superare le selezioni, quindi non ha partecipato a quel Festival.L’episodio di oggi finisce qui. Spero ne abbiate tratto giovamento, ci voleva un grandepersonaggio come Rita Levi Montalcini per onorare la donna e l’intelligenza umana.Un grazie a tutti voi e un grazie speciale per le vostre donazioni.Chi aiuta Italiano Semplicemente aiuta in realtà tutti gli stranieri che vogliono imparare benel’italiano.Per chi è interessato poi a sostenere anche il proprio italiano, propongo di aderireall’Associazione Italiano Semplicemente che conta finora 31 membri. Aspettiamo le vostreadesioni, sarete soddisfatti o rimborsati, ma vedrete che non ve ne pentirete.Un abbraccio a tutti.

In questo caso per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale. Rita Levi Montalcini ha illustrato la patria, cioè l’ha resa gloriosa, ha dato lustro alla patria, cioè ha reso la patria migliore, l’ha migliorata, le ha dato gloria, l'ha illustrata.

 

1 Impara a comunicare in Italiano.Semplicemente 

Ci tengo a te 

 Trascrizione audio Buongiorno ragazzi. Oggi vediamo tutti i modi per dire ti voglio bene. Quanti modi ci sono in italiano? Vedremo che la fantasia non manca agli italiani, in questo caso, soprattutto in campo amoroso direi! Ho provato a sottoporre la questione su Facebook, ed ho avuto un riscontro molto positivo. Tutto è nato da un messaggio che mi è arrivato, su Messenger, dove un amico di Facebook mi chiedeva: cosa significa ci tengo a te. Cominciamo quindi a spiegare questa frase. Poi vediamo la fantasia di coloro che hanno risposto alla mia domanda fino a che punto si è spinta. Una cosa a cui non avevo pensato, in effetti, è che non è facile, non è immediato almeno, comprendere questa brevissima espressione. Ci tengo a te. Ci tengo a te è uno dei tanti modi di dire ti voglio bene. Ci tengo a te è l abbreviazione di io ci tengo a te. Quindi il soggetto, colui che compie l azione è il sottoscritto, io, cioè chi parla, e chi parla ci tiene alla persona che ha di fronte, che sta davanti. Io ci tengo a te. Tenere è il verbo utilizzato: tenere significa trattenere, to keep in inglese, o anche to have, dipende. Tenere significa avere in mano oppure avere tra le mani; stringere qualcuno o qualcosa con le mani, avere tra le braccia o in altro modo perché non cada, perché non si muova, perché non fugga dalla presa. Questo è tenere. Ma tenere ha molti altri significati. Tenere a qualcuno vuol dire voler bene a questa persona, tanto da, avere difficoltà a lasciarla andare. Se una persona ci tiene ad un altra persona, vuol dire che la vuole con se, le vuole bene, ci tiene. 1

2 La stessa frase ci tengo, senza aggiungere altro, ma solo ci tengo, significa che per me è importante, senza specificare cosa è importante. Al lavoro potrei dire: Mi fai questo lavoro per favore? Ci tengo molto! E quindi posso anche tenere a qualcuno. Attenzione perché l uso della preposizione semplice a è molto importante. Vediamo un esempio di come usare la frase tenerci a qualcuno : Io ci tengo a te! Tu ci tieni a me! Lui ci tiene a te! Noi ci teniamo a te! Voi ci tenete a lui! Loro ci tengono a te! Vedete quindi che è sempre presente, oltre alla preposizione semplice a, la parolina ci. Ci è un avverbio, si chiama così, ma non ce ne frega niente, poiché quello che interessa è come si usa. ci si usa in moltissime circostanze diverse in realtà, ed in questo caso la sua funzione è quella di rafforzare la frase, dare più forza alla frase, infatti potrei anche togliere l avverbio ci in questo caso: potrei anche dire io tengo a te, tu tieni a me eccetera. In questo caso il significato non cambia ma è meno forte. Questa forma, senza ci si usa maggiormente in ambito formale, al lavoro ad esempio: se tenessi al tuo lavoro, arriveresti puntuale!, solo per fare un esempio. Potete quindi dire io tengo a te, o anche tengo molto a te, senza ci, ma attenzione, perché se togliete il ci dovete specificare cosa: non potete dire io tengo, perché il ci ci deve stare, perché serve a sostituire la cosa di cui state parlando: cioè te, la persona alla quale si tiene, ad esempio. Tengo molto a te è quindi un bel modo di dire ti voglio bene. Si può dire anche ad un amico, quindi è più universale di ti amo, che invece si applica solamente all amore romantico, quello per il proprio partner. È comunque meno usato di ti voglio bene, che si usa sempre, con chiunque persona sia importante per te. Ci tengo invece si applica anche 2

3 alle cose: posso tenere al mio lavoro, posso tenere al mio orologio, alla mia automobile eccetera. Voler bene si usa solamente con le persone, quindi amanti, figli, genitori, amici, al limite si può voler bene agli animali domestici, ma non si usa con altre cose: non si usa dire voglio bene al mio lavoro, se non in circostanze particolari. Vediamo altri modi diffusi in Italia per dire: Ti voglio bene. Renato ne suggerisce qualcuno: Abiti dentro del mio cuore scrive Renato per primo. In realtà si dovrebbe dire abiti dentro il mio cuore. Non credo di averla mai sentita utilizzare caro Renato, ma potrebbe sicuramente far effetto a chi ascolta la frase, senza dubbio. Senza te, non sono niente : questa è la seconda frase di Renato. Si può dire, bravo Renato! E di sicuro non può lasciare indifferente. Tra le frasi proposte in realtà non ci sono frasi normalmente utilizzate, ma di indubbia fantasia: Sei l'aria che respiro, Sei l'ossigeno per me, Sei il sangue che corre sulle mie vene, Sei la mia allegria di vivere. Probabilmente la più utilizzata tra quelle proposte da Renato è Sei la mia fonte di ispirazione, ma questa frase possono pronunciarla prevalentemente gli artisti e coloro che vivono di ispirazione. Comunque poi c è Anna Maria propone sei il caffè della mia colazione. Ed Anna Maria ha tenuto a specificare che il caffè è vita per lei. Nabil propone invece una frase più sobria: Sei la mia vita, Sei il mio tesoro. Sicuramente sono entrambe molto utilizzate perché brevi e, diciamo, molto intense. Lidia invece propone la frase: IO TI VOGLIO BENE DAVVERO scritta in caratteri maiuscoli. In effetti la frase ti voglio bene è talmente tanto utilizzata che è facile ascoltarla; tutti la possono pronunciare. Quindi dicendo io ti voglio bene, ed aggiungendo davvero! vuol dire: io non sono come gli altri, io sì che ti voglio bene, io sto dicendo la verità, il mio è un vero sentimento. Sono stupito che nessuno mi abbia detto la frase sono pazzo di te, utilizzatissima come frase in ambito amoroso. Credo che ci siano anche altre frasi veramente molto utilizzate, vale la pena citare anche delle forme più attenuate, nel senso che ci sono diversi livelli di amore, diverse intensità. Posso amare intensamente o posso anche essere semplicemente interessato ad una persona. 3

4 Mi viene in mente la frase mi interessi!, o anche sono interessato a quella ragazza che manifesta l intenzione di chi parla nel voler conoscere meglio quella persona, perché attraente, bella, o intelligente. Se un ragazzo o una ragazza vi dice mi interessi vuol dire che gli piaci, o che le piaci: anche se non ti conosce molto bene questa persona è interessata a te. Non è ovviamente ancora amore. Mi piaci è generale, si usa spessissimo, ed è un po di più di mi interessi. Se piaci ad una persona generalmente questa persona ti conosce. Si usa spesso dire mi piaci un sacco, più diffuso di mi piaci molto, perché il mi piace molto è più adatto agli oggetti, o anche alle vacanze (Roma mi piace molto, l Italia mi piace molto) ma in realtà si usano entrambi i modi verso una persona: diciamo che un sacco è più giovanile. Comunque anche il mi piaci non è vero amore, solamente un po di più di un semplice interesse. Ancora più intenso di mi piaci è ti adoro. Però per poter dire ti adoro ad una persona dovete conoscere molto bene questa persona, non potete certo dirlo ad una persona sconosciuta o che avete conosciuto da poco tempo: dovete conoscerla bene, a fondo, e dovete aver avuto modo di apprezzarne le qualità. Ti adoro, tra l altro si dice in occasioni particolari, quando questa qualità che voi apprezzate viene fuori, quando questa qualità emerge con chiarezza e per l ennesima volta. Se il vostro fidanzato vi porta sempre i fiori, sapendo che a te piace molto, dopo tre o quattro volte potete dirgli: ti adoro, che vuol dire amo questo tuo atteggiamento, amo questa tua attenzione verso di me, mi piace questo tuo modo di fare. Delle frasi simili a ti adoro sono: mi fai impazzire!, oppure mi fai morire! o anche sei speciale, sei meravigliosa! Poi c è tutto un insieme di frasi che più che amore esprimono attaccamento. La frase più semplice di questo tipo è mi manchi (I miss you), ma se volete esagerare, ma state attenti perché rischiate di attaccarvi troppo e di far anche impaurire la persona a cui vi rivolgete, potete dire ad esempio non riesco a fare a meno di te!, che non è esattamente come mi manchi, più romantica come frase. A chi ama l amore esclusivo e molto passionale farà sicuramente piacere, ma in generale chi non riesce a fare a meno di un altra persona ha un attaccamento che ha a che fare con l egoismo più che con l amore. 4

5 Chi ama veramente non dovrebbe dipendere: l amore non è dipendenza ma libertà, dicono gli psicologi. Meglio che la finiamo qui per oggi. Grazie a tutti coloro che hanno dato il loro contributo. Un saluto da Giovanni. 5

 

Impara a comunicare in Italiano. 

Semplicemente 

Checché se ne dica Buongiorno amici, grazie di essere all ascolto di italiano semplicemente. Oggi torniamo a spiegare una espressione italiana. Prima di iniziare la lezione, chiamiamola pure così, di oggi; lasciatemi dire le ultime novità e progetti di italiano semplicemente. 

Dunque la redazione di italiano semplicemente mi sta aiutando molto ultimamente a sviluppare i contenuti del sito e capire come può svilupparsi nel futuro, quali contenuti approfondire eccetera, sia per il corso di italiano professionale, in cui ogni giorno aggiungo delle nuove lezioni nell indice, sia per le lezioni gratuite come quella di oggi. A proposito di Italiano professionale, la prossima lezione sarà pubblicata tra una settimana circa e riguarda la Tenacia e la Resistenza. Vedremo tutte le espressioni idiomatiche più usate in Italia per descrivere questa qualità indispensabile di ogni ambiente lavorativo. Ovvia vediamo un espressione utilizzatissima: checché se ne dica. Non troverete sicuramente questa espressione in un libro di italiano, per due motivi. Il primo motivo è ché questa è una frase usata molto oralmente, e pochissimo per iscritto. Il secondo motivo è che, pur potendo essere usata in ogni circostanza, formale ed informale, una occasione più o meno importante, è più informale. Si tratta di una espressione usata più in famiglia, tra amici, anche al lavoro ma non a livello istituzionale. E vedremo il perché tra pochissimo. La frase checché se ne dica ha una parola che è più difficile delle altre: checché. C-E-C-C-H- E - Checché si scrive con l accento acuto, e non con l accento grave, perché altrimenti la pronuncia sarebbe checchè. Quindi si scrive come perché, benché, poiché, pressoché, eccetera. 1

2 Nello stesso modo. Attenzione perché questo è un errore che fanno in molti stranieri quando scrivono, confondere l accento acuto con quello grave. Inoltre attenzione alla doppia c : checché e non cheché. Cosa significa checché? Per spiegare il significato di questa parola, per essere sicuro che voi ne comprendiate esattamente il significato, dovrò ricorrere a molti esempi. Soprattutto dovrò spiegarvi bene la differenza tra checché e le parole simili, che possono essere utilizzate al posto di checché, benché non si possa sempre sostituire questa parola con i suoi termini più prossimi. Allora, cominciamo proprio con la frase checché se ne dica, che è il titolo di questa lezione. Checché se ne dica significa nonostante si dicano molte cose in merito, oppure benché si dicano molte cose in merito, o sebbene ci siano molti pensieri in merito, sebbene molte persone la pensino diversamente, anche se ci sono moltissime opinioni al riguardo e potrei continuare con altre frasi equivalenti. Quindi potrei al limite anche non usare mai questa espressione checché se ne dica ; potrei anche fare questo, ed infatti gli stranieri generalmente non la usano, perché posso esprimere più o meno lo stesso concetto con altre frasi, frasi un po più lunghe. Però, a dire il vero, manca qualcosa a queste frasi, non è proprio la stessa cosa. L utilizzo della parola checché è del tutto peculiare infatti; è particolare, per più motivi. Checché si usa con il verbo al congiuntivo: checché se ne dica. Ma questo non la distingue dai suoi simili: nonostante si dicano molte cose in merito, benché si dicano molte cose in merito, sebbene molte persone la pensino diversamente, anche qui c è sempre il congiuntivo. Vediamo allora che però checché si usa con un tono un po sostenuto, ed anche ironico. Checché se ne dica, sarò io il vincitore. Ecco, in questo esempio si capisce bene che l uso di checché sta ad indicare che chi dice questa frase vuole evidenziare la differenza tra il pensiero di altre persone ed il proprio pensiero: checché se ne dica, separa di più di nonostante, sebbene, benché. Si usa quindi checché per dire che non importa cosa ne pensino gli altri. Anche se gli altri la pensano diversamente, io vincerò. Quindi l uso di checché ci pone in contrapposizione con gli altri. Nonostante è più soft, più leggero. Checché indica invece la contrapposizione con una pluralità di persone, un gruppo di 2

3 persone, un gruppo di opinioni diverse dalla mia. Quindi è un termine più forte, un termine sfidante. C è una sfida tra gli altri e me, tta un gruppo di persone, anche un gruppo ben identificato, e me stesso. Nella frase Checché se ne dica, se ne dica indica l opinione degli altri, e checché indica che io non sono d accordo, che io la penso diversamente. Un politico italiano potrebbe dire ad esempio: checché se ne dica, il nostro governo è molto solido. La frase è molto generica. Però potrebbe anche dire: checché ne dicano le opposizioni, il governo è molto solido, oppure anche checché ne dicano i sindacati, la riforma del lavoro aiuterà i lavoratori. Cioè nonostante i sindacati pensino che la riforma del lavoro sia una cattiva riforma, invece io dico che è una buona riforma, che aiuterà i lavoratori, che è a favore dei lavoratori. Vedete quindi che nel linguaggio corrente, quando si vuole evidenziare una contrapposizione tra due parti, si usa molto spesso questa formula checché se ne dica e simili. Quando dico simili voglio dire che il termine checché si usa non solo con il verbo dire ( checché se ne dica usa il verbo dire al congiuntivo), ma anche con il verbo pensare: checché ne pensino i sindacati ad esempio, o checché ne pensino gli altri, e si usa anche col verbo credere: checché ne credano gli altri. Inoltre possiamo dire checché se ne dica, che è più corto, oppure checché ne dicano, ma se usiamo checché ne dicano dobbiamo specificare chi, cioè chi è che lo dice. Ad esempi o checché ne dicano i sindacati, checché ne dicano gli altri, checché ne pensino le opposizioni. Invece Checchè se ne dica è appunto più generico, indica una platea di persone generica. La cosa importante comunque è che io la penso diversamente. Quindi le due caratteristiche di checché sono la contrapposizione, prima di tutto, e poi la pluralità delle persone a cui ci si contrappone. Io contro tanti. Ciò non toglie che io posso anche dire anche, ad esempio checché tu ne dica, farò a modo mio, cioè farò come dico io nonostante tu abbia una opinione diversa. Quindi io contro di te, la mia opinione contro la tua. Questo per dirvi quindi che la cosa che conta di più è la contrapposizione, la sfida, il tono sostenuto con il quale si pronuncia questa frase. In ogni caso sentirete più spesso di altre la frase checché se ne dica piuttosto che checché tu ne dica ; diciamo che è più frequente come utilizzo quello che ci vede contrapposti ad una platea di opinioni, perché in questo modo la sfida è ancora più grande. 3

4 In ambito sportivo, in ambito calcistico, facciamo un altro esempio quindi, Cristiano Ronaldo potrebbe dire: checché se ne dica, io sono un calciatore più forte di Lionel Messi. Evidentemente Ronaldo, se dicesse una frase del genere, penserebbe che la maggior parte delle persone è dell opinione contraria. Penserebbe che sia Messi il calciatore più forte del mondo, ed invece lui, checché ne dicano gli altri, checché ne dica la maggioranza delle persone, non la pensa nello stesso modo. In inglese non mi sembra ci siano molti modi di dire questa frase; mi viene in mente whatever, cioè qualunque cosa. Ma si sa, l italiano è una lingua nata dagli scrittori italiani, che amavano differenziare il più possibile, quindi se ci sono, come molto spesso accade, molti apparenti sinonimi, c è sempre una piccola differenza tra i loro utilizzi. E questo si impara solamente ascoltando italiano vero. Ascoltare italiano vero è la regola numero 5 per imparare l italiano, la quinta delle sette regole d oro. Vediamo adesso di fare degli esempi, alcuni esempi sui quali anche voi possiate esercitare la pronuncia, e spero che questi esempi servano a chiarirvi le idee su questa parolina magica checché. Sappiate che checché se ne dica, non è molto difficile da usare. E nonostante gli stranieri non la utilizzino è bene iniziare a farlo. Potete ad esempio fare un post sul vostro gruppo preferito di facebook, usando questa parola o una delle frasi che includono questa parola. Le frasi che seguono quindi servono a voi per esercitarvi e possono servire anche per farvi venire qualche idea per scrivere un intervento su facebook. E sono curioso di vedere come Shrouk e Lilia, egiziana e russa rispettivamente, se la cavano a pronunciare le prime due frasi. - Checché se ne dica, la lingua italiana è molto facile; - Checché se ne dica, finirò tutti gli esami entro l anno. Non male direi, molto bene. Vediamo tre frasi ancora: - Checché se ne dica, voglio bene a tutti i membri del gruppo; - Checché ne pensino gli italiani, è difficile pronunciare la parola precipitevolissimevolmente; 4

5 Un ultima frase: Checché ne pensino le maestre, mia figlia fa sempre tutti i compiti. Bene ragazzi, spero di essere riuscito a chiarire bene il significato di questa espressione italiana e di aver ben spiegato la differenza tra checché e i suoi simili: nonostante, sebbene, benché, anche se, qualunque sia, eccetera. Ascoltate questo episodio più di una volta soltanto, ed ogni volta ripetete le frasi, mi raccomando, sempre se la cosa non sia noiosa per voi. Checché ne dicano i professori di italiano, quello dell ascolto ripetuto credo sia il metodo migliore per passare dalla fase della comprensione alla fase dell espressione. Se credete che questo metodo funzioni, applicatelo, checché ne pensino gli amanti della grammatica e delle regole grammaticali. Un saluto da Roma. Grazie a tutti. 5

 

La concordanza dei tempi indicativo e congiuntivo

1 1 Impara a comunicare in Italiano. Semplicemente La concordanza dei tempi indicativo e congiuntivo Buongiorno a tutti ragazzi. Vediamo oggi la concordanza dei tempi. Questo è l'argomento di oggi. Ringrazio Leily di avermi proposto questo interessante argomento. Si tratta, a dire il vero, un argomento molto difficile, a volte anche per gli italiani. La concordanza dei tempi. Naturalmente non vi spaventate perché state ascoltando un podcast di Italiano Semplicemente, e la parola "semplicemente" non sta lì per caso. Riusciremo a far diventare anche la concordanza dei tempi una cosa semplice da capire. Questa è la sfida di oggi dunque! Cominciamo a spiegare anche le parole però. Cos'è la concordanza dei tempi? Beh se il verbo concordare ci sembra difficile, sappiate che concordare significa semplicemente andare d'accordo. Se due persone concordano, se concordano tra loro vuol dire che la pensano nello stesso modo, che sono d'accordo. Se io vi dico: io credo che imparare bene l'italiano sia difficile. Voi potrete dirmi "sì, è vero, sono d'accordo con te, l'italiano è una lingua difficile". Ebbene, voi siete d'accordo con me, quindi voi concordate con me. Ed io concordo con voi. Io e voi concordiamo nel dire che imparare bene l'italiano è abbastanza difficile. Concordare significa quindi andare d'accordo. Analogamente se vi dico "Temo che (cioè ho paura che) la mia fidanzata mi tradisca". Ebbene, spero che voi non concordiate con me e che mi diciate: no, non è vero che ti tradisce! In questo caso voi siete in disaccordo con me, cioè non concordate con me.

2 Bene. Questa è la concordanza e la discordanza.. Ma Leily mi ha chiesto la concordanza tra i tempi indicativo e congiuntivo, non la concordanza tra due persone. 2 Sono due verbi quindi, due tempi verbali che devono concordare. Ma come fanno due tempi a concordare? In che senso due verbi concordano? Mica sono persone! Infatti, dico io, non sono persone. Ma allora i verbi possono anche essere in disaccordo? Possono non concordare tra loro? Ebbene sì! I tempi sono come le persone! Possono andare d'accordo ma anche essere in disaccordo. E quando sono in disaccordo siete bocciati all'esame di italiano. Prima abbiamo detto che: credo che imparare l'italiano sia difficile. Bene, in questa frase c'è il verbo credere. Attenzione perché la concordanza dei tempi è un problema che esiste solamente quando nella frase utilizzate alcuni verbi particolari. Credere è uno di questi. Ma ci sono anche pensare, immaginare, temere, sperare, aspettare e attendere. Fondamentalmente questi sono i verbi in cui i tempi possono andare d'accordo oppure no, possono concordare o non concordare. Quando ci sono questi verbi infatti, cosa succede? Succede che la frase continua solitamente con una parolina particolare: la parolina "che". E poi c'è la seconda parte della frase, che contiene un altro verbo qualsiasi. Es: io credo che, io penso che, io tempo che, io aspetto che, eccetera. Quindi vi ripeto il concetto perché è importante: c'è una frase, dove all'inizio, come primo verbo, usate uno dei verbi tra pensare, credere, sapere, immaginare, temere, sperare, aspettare e attendere, poi c'è la la parola "che" e poi c'è la seconda parte della frase che contiene il secondo verbo, che può essere un verbo qualsiasi, uno qualunque. "Che" in realtà a volte potrebbe non essere presente, quindi è più importante ricordarsi del verbo utilizzato nella prima frase. "credo che imparare l'italiano sia difficile". Questa è quindi una delle tante frasi in cui si pone il problema della concordanza. "CREDO" e "SIA" sono i due verbi, che in questo caso sono credere e essere. Come facciamo a far andare d'accordo i due tempi dei due verbi? Semplicissimo. Io poi vi spiego la regola, ma sappiate una cosa: non vi servirà a nulla nella comunicazione orale. Serve solamente per svolgere degli esercizi scritti. Io allora ora utilizzerò il mio solito metodo, quello che vi è più utile per comunicare, e soprattutto quello che vi farà risparmiare moltissimo tempo. Vi racconterò una storia, e nella storia ogni volta che ci saranno frasi di questo tipo ascolterete un piccolo suono, fatto da mio figlio al Pianoforte (vai Emanuele fai ascoltare il suono... Ok perfetto), dopo il suono, ascolterete la frase la frase. Ok iniziamo ed alla fine vi dirò la regola. Promesso. Tenete presente che io non conosco ancora la regola, ma la cercherò in qualche pagina internet, dove si spiegano le regole, sapete quei siti noiosi pieni di regole? Proprio Quelli! Allora ecco la storia. È una storia vera, accaduta a me stesso qualche giorno fa.

3 Ero a Parigi e dovevo tornare a Roma con l'aereo. L'aereo era alle ore 21, la sera, e sapete cosa è successo? Ho perso l'aereo! Quello giorno alle ore 17 ho pensato: 3 credo sia meglio che vada. Altrimenti perderò l'aereo delle 21 per Roma. In questo modo credo che domani sarò in ufficio. Penso che questa sia la scelta giusta. Sì ho deciso, vado! Questa è l'ora giusta. Farò sicuramente in tempo a prendere l'aereo. In realtà credo che io sia stato un po' imprudente quel giorno. Alle ore 17 quindi: credevo che fosse meglio partire, credevo fosse meglio partire per non perdere l'aereo. Credevo che fosse l'ora giusta. Credevo fosse l'ora giusta. Ho creduto fosse meglio partire. Ho creduto che le 17 fosse l'ora giusta per partire. Tutto era stato programmato in anticipo. Infatti il giorno precedente ho immaginato che sarei stato abbastanza prudente a partire alle 17. Ho pensato che in questo modo, il giorno successivo sarei riuscito ad andare in ufficio al lavoro. Infatti ero ad un'ora di distanza dall'aeroporto e dovevo prendere dei mezzi pubblici ed allora ho consultato Google maps che mi dava diverse possibilità: metropolitana più treno, autobus più metro, treno più autobus eccetera. Io allora ho pensato: Penso (che) sia il caso di scegliere il percorso più veloce. Ho quindi creduto che fosse meglio scegliere il percorso più veloce, quello che richiedeva il minor tempo. Questo credevo quel giorno. Ma oggi, sapendo che poi ho perso l'aereo, non farei più la stessa scelta. Oggi credo che quel giorno sarebbe stato più prudente partire alle 16, un'ora prima. Immagino che io sia stato imprudente quel giorno a partire alle 17, e penso che partire almeno alle 16 sarebbe stato più prudente, più saggio. La prossima volta credo che partirò alle 16, perché in questo modo credo che riuscirò sicuramente ad andare al lavoro il giorno successivo. Quel giorno ho iniziato a temere di perdere l'aereo intorno alle ore 18, più o meno. Alle 18 Infatti, mentre aspettavo l'autobus alla stazione di palais des congrès, pensavo: Mmmmmmm, come mai non passa l'autobus? Ci sarà un incidente? Se continua così temo che perderò l'aereo. In effetti c'era un incidente sulla strada per l'aeroporto, un incidente che immagino (che) abbia fatto perdere l'aereo a molte persone, non solo a me. Appena ho saputo dell'incidente ho pensato di essere molto sfortunato. C'è sfortuna! Se avessi immaginato, sarei sicuramente partito prima. Mia figlia mi aspettava quella sera, voleva il bacino della buonanotte prima di andare a dormire. Quando sono arrivato a casa mi ha detto: papà, credevo che tu saresti arrivato a casa ieri Mi dispiace, le ho detto, ma... "sei sempre il solito distratto papà!"

4 lo so, pensavo di fare in tempo, quel giorno ho creduto che fossi uscito in tempo per prendere l'aereo, ma non è colpa mia! Credevo di essere in tempo. E lei mi ha risposto: ma il giorno prima, quando hai programmato il viaggio, credevi (che) saresti arrivato in tempo per l'aereo? "Sì, certo" - ho risposto io, "credevo sarei arrivato in tempo, e l'ho creduto fino alla fine, anche il giorno stesso credevo fossi in tempo". 4 Ele: "e pensavi anche che il giorno successivo al viaggio saresti stato in ufficio?" ""Sì, lo pensavo, lo pensavo sì! Non credevo che a Parigi ci fosse traffico". Poi mia figlia mi ha chiesto: "ma il dirigente del tuo ufficio, sa che sei stato a Parigi?" "Sì, certo che lo sa che ero a Parigi, sa che sono stato a Parigi". Ele: "e sa che adesso sei a Roma?" "Sì, lo sa, certo! Sa bene che ora sono a Roma." Ele: "e sa anche che solo domani andrai al lavoro?" "Sì, naturalmente, lo sa, lo sa che domani sono al lavoro. La mia dirigente sa tutto! Sa che andai via da Roma, sa chesono stato a Parigi, sa che ora sono di nuovo a Roma, e sa anche che domani andrò al lavoro. Tutto sa" Quindi la mia dirigente ha saputo che sono tornato a Roma, e sapeva anche che il giorno prima ero stato a Parigi, e sapeva anche che il giorno dopo sarei stato in ufficio. Bene, finita la storia. Tranquilli, capisco che la prima volta può spaventare. Quello che dovete fare ora è solo finire di ascoltare il podcast, dopo aver fatto un esercizio di ripetizione. Non pensate alle regole, non vi preoccupate. Ripetete dopo di me e state trqnauilli: Pronti? Via! mio figlio sa che ieri sono stato a Parigi. - mio figlio sa che adesso sono tornato a Roma, senza cioccolatini mio figlio sa che domani tornerò in ufficio --- credo che ieri io sia stato troppo superficiale penso che oggi io sia un po' più saggio di ieri Immagino che io domani sarò in ufficio - Bene, dopo questa storia, dopo averla ascoltata più volte vedrete che la parolina "CHE" in realtà non sempre è presente tra i due verbi. Nella storia ci sono molti esempi in cui ho ripetuto la stessa frase con e senza il "che". Infatti posso dire ad esempio: "oggi pensavo non venissi al lavoro", oppure "oggi pensavo che non venissi al lavoro". Pensavo che non venissi, oppure pensavo non venissi. Posso dire in entrambi i modi. Il verbo pensare però c'è sempre. Ricordate questo. Poi, vi avevo promesso che vi avrei spiegato la regola.

5 Innanzitutto dobbiamo dire che tecnicamente si parla non di due verbi, ma di due frasi, quella che viene prima e quella che viene dopo. La prima si chiama frase principale e la seconda frase subordinata. Ma questo è meno importante, ed io non sapevo questa cosa prima di leggerla su internet. Non c'è bisogno di saperlo. Potete continuare a pensare ad una sola frase divisa in due parti dove nella prima parte c'è uno dei verbi elencati sopra: pensare, credere, temere, immaginare, eccetera. 5 Ok? ascoltate più volte l'episodio.non dimenticate! Ele: papà, hai portato i cioccolatini da Parigi? Gianni: oddio, i cioccolatini!! Ele: ma sei restato anche un giorno in più! Uffa!!!

 

Impara a comunicare in Italiano. Semplicemente Farsene una ragione

1 Impara a comunicare in Italiano. Semplicemente Farsene una ragione Buonasera e benvenuti a tutti su Italiano Semplicemente, il sito per imparare l italiano con divertimento. Oggi vediamo un altra espressione tipica italiana di suo quotidiano. Di uso quotidiano, o di utilizzo quotidiano, vuol dire che questa frase si usa tutti i giorni, si usa, si utilizza, quotidianamente. Bene, l espressione è farsene una ragione. Avete ascoltato un pezzo di una canzone di Ligabue, famoso cantante italiano, in cui il dice quando farsi una ragione vorrà dire vivere. Non è facilissimo spiegare, a dire il vero, questa espressione, perché non posso neanche aiutarmi con la lingua inglese. Non esiste una vera traduzione di questa frase. Sicuramente però con l utilizzo di molti esempi, con molti frasi di esempio vedrete che ce la faremo anche oggi. Allora: cominciamo con farsene. Farsene viene dal verbo fare. Come saprete, il ne alla fine indica che si sta parlando di qualcosa di specifico, indica, si riferisce a qualcosa. Quando dico ad esempio, parliamone, vuol dire parliamo di questa cosa, di qualcosa in particolare. Ad esempio se io dico a mia moglie: amore ho un problema, parliamone ; vuol dire parliamo del problema, parliamone. Allo stesso modo, analogamente, mangiamone, che viene da mangiare, anche qui ci si riferisce a qualcosa. Se dico ad esempio: ho delle fragole, mangiamone un po significa mangiamo un po di fragole. Quindi anziché ripetere il soggetto della frase si aggiunge ne alla fine. Ok, quindi col verbo fare, che è il verbo di cui si sta parlando nella frase di oggi, posso dire farsene, cioè fare di qualcosa. 1

2 Farsene Una ragione, quindi indica che c è qualcosa, di cui possiamo, o dobbiamo farci una ragione. Ok, ancora non è chiaro però. Cosa significa che io mi devo fare una ragione di qualcosa, o che tu ti devi afre una ragione di una cosa. Semplicemente vuol dire accettarla. Farsi una ragione di qualcosa vuol dire accettare questa cosa, non respingerla, fare in modo che non sia più un problema, non pensarci più. Evidentemente esiste un problema, un problema che ci preoccupa, che ci fa pensare, ci fa pensare a come risolverlo, ed ad un certo punto diciamo: ok, basta così adesso, non voglio pensarci più, me ne devo fare una ragione, me ne devo fare una ragione, cioè lo devo accettare, mi devo rassegnare, mi devo fare una ragione di questo problema, me ne devo fare una ragione, anche qui ne serve per non ripetere il soggetto della frase, il problema. Devo accettare questa cosa, devo farmi una ragione di questo problema, cioè me ne devo fare una ragione. Ripeto: me ne devo fare una ragione. Posso quindi dire che io me ne devo fare una ragione se è un mio problema, che io, devo accettare, altrimenti se sei tu che devi accettare il problema, in questo caso sei tu che te ne devi fare una ragione. Oppure: lui se ne deve fare una ragione, lei, oppure noi eccetera. In generale, se non voglio specificare la persona, dico: farsene una ragione, cioè farsi una ragione di qualcosa. Ok. Questo credo che ora sia abbastanza chiaro. Ma perché si usa la parola ragione? Cos è la ragione? Solitamente la ragione rappresenta la mente, il cervello; ognuno di noi ragiona, cioè pensa, aziona il cervello. Il compito del cervello è ragionare. La ragione si usa per risolvere i problemi quindi, per pensare logicamente, per usare la logica. Si dice ad esempio che una persona ha agito senza ragionare, cioè ha fatto qualcosa senza pensare alle conseguenze. Poi si dice spesso che chi è pazzo è privo della ragione. Essere privi di qualcosa significa non avere qualcosa. Chi è privo della ragione, non ragiona, non è capace di ragionare, quindi è pazzo, è una persona priva della ragione. Poi si dice anche hai ragione, per indicare che quello che dici è giusto, che approvo ciò che dici. Al contrario non hai ragione, cioè hai torto, non è giusto ciò che hai detto, hai detto una cosa sbagliata. Non hai ragione. Invece se usiamo il verbo fare, e diciamo fare una ragione non significa proprio niente. Perché? Perché devo dire chi è che fa questa cosa. Sono io? Allora io me ne faccio una ragione. Il me indica che sono io che devo accettare questa cosa. Io me ne faccio una ragione. Tu invece te ne fai una ragione. Lui se ne fa una ragione, noi ce ne facciamo una ragione, voi ve ne fate una ragione, loro/essi se ne fanno una ragione. Il ne (enne, e) come abbiamo detto prima, indica la cosa per cui ci dobbiamo fare una ragione, la cosa che dobbiamo accettare, la cosa a cui non dobbiamo più pensare, la cosa che prima era un problema, ed ora vorremmo farci una ragione di questo problema, vorremmo farcene una ragione. Lo so, non è facile, ma esercitandosi ce la farete, state tranquilli. Facciamo ora qualche esempio: se mio figlio, di religione cattolica, decide da grande di diventare di cambiare religione, posso dire che noi genitori ce ne facciamo una ragione. Noi genitori dobbiamo farcene 2

3 una ragione, ce ne dobbiamo fare una ragione, dobbiamo accettare questo fatto, o almeno dovremmo farcene una ragione, se vogliamo bene a nostro figlio. Vedete che quindi ci sono molti modi di dire la stessa cosa: ce ne facciamo una ragione, dobbiamo farcene una ragione, o dovremmo farcene una ragione, eccetera. Se, secondo esempio, la Roma non vince lo scudetto, ma lo vince la Juventus, me ne devo fare una ragione, non ci devo pensare più, devo accettare questo fatto, devo dire che la Juventus è una squadra più forte e che quindi devo accettare il fatto che la Roma, la squadra della Roma, che è la squadra di calcio di Roma, della città di Roma, lo vincerà il prossimo anno. Io ormai, che sono tifoso della Roma, me ne faccio una ragione da molti anni. Pazienza. Un terzo esempio, se mia moglie volesse comprarsi una casa a Piazza di Spagna, al centro di Roma, credo che io le direi: ascolta cara, credo che tu debba accettare il fatto che non possiamo acquistare una casa a Piazza di Spagna, è troppo cara, costa troppi soldi, non possiamo permettercelo, non possiamo permetterci di acquistare una casa in Piazza di Spagna, quindi devi fartene una ragione. Basta pensare a questa cosa, pensiamo ad altro, è inutile continuare a pensare a questo. Quindi quando ci si deve fare una ragione di qualcosa, vuol dire che è inutile, che non serve a niente continuare a pensarci, a questa cosa, è inutile, non serve a nulla non farsene una ragione. Non possiamo risolvere il problema. Quindi questo significa che è un po di tempo che ci pensiamo, è già un po di tempo che questo problema sta nella nostra testa, che ci fa preoccupare, ma ora è arrivato il momento di dire basta. Facciamocene una ragione. Non c è nulla da fare, accettiamo il problema, perché magari non è neanche un problema, magari è una cosa che può capitare a tutti. Se cominciamo a perdere i capelli, perché abbiamo 60 anni e stiamo invecchiando, facciamocene una ragione, perché se non ce ne facciamo una ragione sarà peggio per noi. Non c è nulla da fare, contro la vecchiaia e contro la caduta dei capelli non possiamo fare nulla, possiamo anche essere felici senza capelli, o con i capelli bianchi. Credo che ora sia abbastanza chiaro il significato di questa bella espressione italiana. Resta da fare l esercitazione orale. Ripetete dopo di me, per esercitare la lingua. Vediamo prima al presente e poi al passato. Io me ne faccio una ragione. Tu te ne fai una ragione. Lui se ne fa una ragione. Lei se ne fa una ragione. 3

4 Noi ce ne facciamo una ragione. Voi ve ne fate una ragione. Loro se ne fanno una ragione. Vediamo al passato ora. Io me ne sono fatto una ragione. Tu te ne sei fatto una ragione Lui se n è fatto una ragione. Lei se n è fatta una ragione. Noi ce ne siamo fatti una ragione. Voi ve ne siete fatti una ragione. Loro se ne sono fatti una ragione. Avrete notato che quando ho detto Lui se n è fatto una ragione Ho usato la forma abbreviata. LA forma per esteso è lui se ne è fatto una ragione o lei se ne è fatta una ragione. Quindi se ne è diventa se n è nella forma abbreviata. Ragazzi, come avrete visto non è stato facile affrontare questa frase perché c è molto da spiegare. Quello che sembra facile per noi italiani non è poi così facile per chi sta imparando la nostra lingua. E questo accade perché, più che le regole, occorre concentrarci sull ascolto. Bisogna ascoltare, ascoltare, repetita iuvant, quindi ascoltate più volte e tra una settimana sarà divenuto normale usare questa espressione. Se 4

5 non volete ripetere l ascolto, non funzionerà, e tra qualche giorno avrete dimenticato tutto. È proprio così, bisogna farsene una ragione. Ci sentiamo tra qualche giorno con la prossima espressione idiomatica. Tra un paio di giorni poi sarà online anche una nuova lezione di Italiano professionale, in cui parleremo della Tenacia e della Resistenza, e di tutte le espressioni italiane per indicare queste due qualità professionali: vedremo espressioni come chi la dura la vince, cascasse il mondo, dai e dai e tante altre espressioni. Un saluto da Roma. 5

Impara a comunicare in Italiano. Semplicemente 

I pronomi ... · 

- la persona che amo...

http://italianosemplicemente.com/

Impara a comunicare in Italiano. Semplicemente

I pronomi relativi: che, cui, il quale, del quale

Buongiorno amici di ItalianoSemplicemente.com. Chi vi parla Giovanni, ed oggi vorrei affrontare con voi un argomento un po ostico: I pronomi relativi.

Sapete che non sono un amante della grammatica, tant che tra le sette regole doro non c studiare la grammatica e fare esercizi. Come sapete Italiano Semplicemente un sito adatto a chi vuole imparare litaliano e non ha molto tempo da passare davanti al Computer. Quindi niente grammatica.

Ho notato per due cose:

- che molto spesso voi stranieri fate confusione ogni volta che dovete usare un pronome relativo,cio ogni volta che in una frase si deve fare un riferimento a qualcosa. Quando si parla di un qualsiasi argomento e di questo argomento avete gi parlato, qualche volta difficile capire come fare per parlarne ancora una volta, per far riferimento a questo. Per questo si usano appunto i pronomi ralativi, che sono, lo dice la parola, relativi a qualcosa.

Il pronome relativo infatti serve in genere a evitare la ripetizione di un componente della frase,detto in precedenza. Possono sostituire il soggetto oppure il complemento oggetto.

- seconda cosa che ho notato: gli stranieri usano sempre il pronome che.

Cercher quindi di farvi divertire un po, facendo degli esempi interessanti.

Per capire meglio di cosa parliamo iniziamo con un bellesempio.

- La persona che vi sta parlando Giovanni.

In questa frase CHE il pronome relativo, perch si riferisce a Giovanni, cio a me.Che il pronome relativo pi semplice da usare, ma anche il pi generico. , eccetto casi eccezionali, lunico pronome relativo che usano gli stranieri, proprio perch molto semplice ed intuitivo da usare.

http://italianosemplicemente.com/https://italianosemplicemente.com/le-sette-regole-doro

- La mela che mangio lho acquistata al supermercato;

- la persona che amo si chiama Margherita;

- il sito che preferisco Italiano Semplicemente.

Quindi vedete che prima si dice la cosa di cui stiamo parlando: la mela, la persona, il sito, e poi aggiungiamo qualcosa in pi.

Quale mela? Quella che sto mangiando.

Quale persona? Quella che amo.

Quale sito? Quello che preferisco.

Stiamo quindi specificando. Stiamo puntando ad una mela precisa, ad una persona precisa, ad un sito preciso. Bene, negli esempi che vi ho fatto, CHE un pronome relativo ed usato per sostituire il complemento oggetto. Questo uno dei due modi in cui posso usare il pronome relativo che.Ma posso fare anche degli esempi in cui sostituisce il soggetto:

- La ragazza che studia la grammatica egiziana.

- La ragazza che sorride tedesca.

In questi due casi la ragazza il soggetto, e la ragazza studia e sorride, quindi il che si riferisce a lei, relativo alla ragazza: La ragazza che studia, La ragazza che sorride. Chi sorride? LA RAGAZZA. Invece ad esempio:

- la ragazza che vedi, sei tu che vedi la ragazza.

Vediamo altri esempi e voi ditemi se sostituisce il soggetto oppure il complemento oggetto. Poi io vi dir cosa sostituisce (ma non lo scriver nella trascrizione): provate a rispondere durante la pausa:

1) LAssociazione che dirigo Italiano Semplicemente

----2) Una delle persone che sta ascoltando sei tu;

---3) Le persone che stanno nel gruppo WhatsApp di Italiano Semplicemente sono molto motivate;

---4) Devi fare un regalo allamico che ti ha consigliato il sito;

---5) lepisodio che ho realizzato sui pronomi relativi potrebbe annoiarvi (spero di no!)

Che il pronome pi facile perch generico: non importa se sto parlando di un soggetto o di un complemento, non cio come il francese ad esempio in cui si distingue invece (la personne quicoute, la baguette que je mange).

Non si fa distinzione neanche tra cose e persone come linglese ad esempio (the person who listen,

the bread that I eat). In inglese si fa distinzione quindi tra cose e persone. Se usate che invece va sempre bene. Questa una delle rare volte in cui linglese pi complicato dellitaliano. Non vi ci abituate! Anche al singolare e plurale non cambia nulla:

- la mela che mangio, le mele che mangio.

Anche al maschile o al femminile non cambia nulla:

- la ragazza che mi piace, il ragazzo che adoro.

Non cos per per altri pronomi relativi. Mi dispiace veramente ma questo devo dirvelo.

Oltre a CHE, infatti, ce ne sono altri, ed i principali sono CUI e IL QUALE.

Prima per vi devo dire una cosa: CHE pu essere preceduto da un articolo, ed allora mi sto

riferendo ad una intera frase, e non al soggetto, o al complemento oggetto solamente.

Ad esempio, notate la differenza tra le due seguenti frasi:

- Mi hai presentato Giovanni, che mi sembra simpatico;

- Mi hai presentato Giovanni, il che mi ha fatto molto piacere.

Che mi sembra simpatico si riferisce a Giovanni, invece il che mi ha fatto molto piacere si

riferisce al fatto che mi hai presentato Giovanni.

Cosa ti ha fatto piacere?

Mi ha fatto piacere che mi hai presentato Giovanni.

Vediamo altri esempi. Immaginiamo che un ragazzo straniero, di nome Mohamed, porti a cena

una ragazza italiana. Dopo la cena la ragazza dice:

- Mi hai portato a cena fuori Mohamed, cena che si dimostrata un disastro. Il cibo non era molto buono.

- Per, Mohamed mi hai portato a cena fuori, il che significa che ti piaccio (attenzione alla risposta,

Mohamed!) 

Esercizio 12-Leggi il testo seguente e rispondi alle domande brevemente in finnico.

Ecco la storia di Roberto, bibliotecario all¿università di Queensland, a Sidney, e Marilyn, sua collega di New York, che sono stati uniti da « Internet » e poi sono stati separati dalla burocrazia.Il loro amore è nato a marzo l¿anno scorso ed è stato coronato, a novembre, da un bellissimo matrimonio celebrato a New York. Tra marzo e novembre i due si erano mandati tantissimi messaggi (più di 20 al giorno). Tutto era cominciato quando Roberto aveva risposto, su « Internet », ad una domanda che Marilyn aveva fatta e che suona così : « È vero o no che noi bibliotecari siamo noiosi ? » Secondo Roberto non è vero per niente, non c¿è gente più simpatica e più interessante dei bibliotecari. Loro non passano il tempo a guardare la TV, ma a leggere libri ed a discutere problemi vari con gli amici. Inoltre, secondo Roberto, sono in genere idealisti e ai soldi non ci pensano affatto.
Roberto e Marilyn non si erano mai incontrati prima, ma in poco tempo hanno scoperto che hanno proprio gli stessi interessi. Non solo amano gli stessi scrittori, ma hanno addirittura lo stesso modo di schiacciare il tubetto del dentifricio ! Si erano scambiati circa otto milioni di parole prima che Roberto abbia osato fare timidamente la seguente domanda a Marilyn : « Vuoi sposarmi ? » E lei ha risposto subito di sì. Poi si sono resi conto che non conoscevano neppure il loro aspetto fisico e si sono mandate le prime fotografie, questa volta per posta « normale » . Si sono piaciuti anche fisicamente ed hanno capito di essere fatti veramente l¿uno per l¿altra. Così Roberto, 50 anni e un primo matrimonio fallito alle spalle, è volato negli Stati Uniti ed ha sposato Marilyn, 40 anni. Dopo la luna di miele hanno deciso che Marilyn si sarebbe trasferita in Australia. Nel frattempo la loro storia d¿amore faceva il giro di « Internet » e veniva anche raccontato dai giornali americani ed australiani. È diventata un bell¿esempio dell¿utilità di « Internet ». Ma quando tutto era pronto per il viaggio di Marilyn,è entrata in scena la burocrazia australiana... E ha detto a Marilyn che lei non poteva venire ad abitare in Australia. La motivazione forse vi fa ridere, ma Roberto e Marilyn avevano piuttosto voglia di piangere. «Signora, Lei è troppo grassa », hanno scritto i funzionari australiani a Marilyn. Non Le possiamo dare un permesso di soggiorno, perché nel nostro Paese è stato stabilito che non si accoglieranno persone con problemi di salute. Se queste persone si ammalano in Australia, toccherebbe alla comunità australiana di pagare il medico e le medicine. Siccome Lei è molto grassa, potrebbe diventare un problema sanitario per noi. Così non Le possiamo dare il permesso di soggiorno. » I funzionari non sono tuttavia inumani. Hanno dato a Marilyn una speranza ed una possibilità e le hanno scritto:¿Se Lei, signora, dimagrisce di 20 chili, potrà venire ad abitare in Australia.¿ A questo punto, Marilyn si è subito messa a fare la dieta ¿solo un po¿ di frutta tre volte al giorno. Ma per ora, tutto è come prima: Marilyn è negli Stati Uniti e Roberto in Australia; si scrivono almeno otto volte al giorno aspettando un futuro migliore. 

 

UNITÀ 4  

INDICATIVO PRESENTE Verbi regolarI (-are / -ere)

1    Completare con i verbi (-are)

1     Tu (passare) ____________________ molto tempo ai fornelli.

2     Lui (preparare) _____________________ gli spaghetti.

3     Noi non (usare) ____________________ tappeti.

4    Lui (abitare) ___________ in periferia vicino all'autostrada.

5    Loro (mangiare) ___________ un panino perché hanno fame.

6    Tutti i giorni (incontrare - noi) ______________ i nostri compagni di classe.

7    A che ora ___________ a casa vostra? (cenare

8   ___________molta musica classica (ascoltare - noi)

9    La sera__________ la TV. (guardare - io)

10  Dove___________? (abitare - voi)

____  / 10

2    Completare con i verbi (-are)

1     Checosa (cucinare - tu) ___________ per cena?

2     Nicola (lavorare) ___________ in una ditta americana a Milano.

3     Giovanna stasera(preparare)___________ la cena per i suoi amici.

4     A quale università (studiare)___________ i tuoi amici?

5     Luigi (aspettare)___________l'autobus.

6     Il treno (arrivare) ___________ alle cinque.

7     Le nonne (raccontare) ___________ le favole ai nipoti.

8     I turisti (passare) ___________ le vacanze al mare      

Io non (amare) ___________ la grammatica.

10  Dove (tu - comprare) ___________ le sigarette.

3    Completare con i verbi (- ere)

1     Lui (vedere) _______________________ tutte le stanze.

2     Io (chiudere) _____________________le porte a chiave.

3    I negozi (chiudere) ___________ alle 19.30.

4     Voi (ricevere) _______________ ospiti in salotto.

5    Dalla finestra noi (vedere) ___________ il Duomo.

6    Che cosa fai? (chiudere) ___________ la finestra.

7    Maria è in vacanza e (scrivere) ___________ molte cartoline agli amici.

8    (vedere - tu) ___________ quella macchina?

9    Tutte le sere (prendere - noi) _______________ il treno delle 20.

10  Tutti i mesi (spendere - io) ___________ molti soldi per il telefono.


4    Completare con i verbi (-are, -ere)

1    La mamma (mettere) ___________ i fiori nel vaso.

2     Voi (buttare) _________________________ la cenere per terra.

3    Loro (scrivere)___________ le cartoline agli amici.

4     Loro (lavorare) ____________________ molto.

5    Lui (vedere) ________________ molti film.

6    Lui (cantare)_______________bene.

7    Lucia(battere)___________ a macchina una lettera.

8    Ogni giorno Aldo (suonare) ___________ il violino.

9    Io (guardare) ___________ la TV alle 8 perché guardo il telegiornale.

10  (vendere -noi)___________ la nostra casa.


 

UNITÀ 4  

INDICATIVO PRESENTE Verbi IRREGOLARI:

fare, bere,dare, stare, andare, sapere,

1   Coniugare al presente indicativo il verbo ANDARE

1      _______________ (andare) anche tu in discoteca?

2      Dove _______________ (andare) tua sorella?

3      Io e Marco _______________ (andare) a mangiare una pizza.

4      Tu e Mariella _______________ (andare) a teatro domani?

5      Ragazzi, dove _______________ (andare) con questo caldo?

6      Domani sera _______________ (noi - andare) fuori a cena.

7      Io e i miei amici _______________ (andare) a bere qualcosa.

8      Antonio _______________ (andare) a pranzo da Eva.

9      Chi _______________ (andare) a prendere le sigarette?

10  Questa sera tu e Laura _______________ (andare) a teatro?

2   Coniugare al presente indicativo i verbi tra parentesi (irregolari)

1      I bambini ___________ a scuola alle 8.00. (andare)

2      Come ___________? (stare - Lei)

3      Mi piace molto il lavoro che ___________ (fare - io)

4       Voi ___________ spesso al cinema.

5       I bambini ___________ molto latte (bere)

6       Tu ___________ la birra, Marco ___________ il tè. (bere)

7       Alessandro ___________ sotto la doccia. (stare)

8       Ma tu cosa (volere) ____________________ da me?

9       Noi non (sapere) ___________ guidare la moto.


3   Coniugare al presente indicativo i verbi tra parentesi (irregolari)

1       Lei non (andare) ___________ in piscina perché non (sapere) ___________nuotare.

2       Tu (potere) ___________ uscire stasera? No, io non (potere) ___________perché (dovere) ___________ studiare.

3       (Volere - tu) ___________ un caffè?

4       Noi (sapere) ___________ guidare la macchina.

5       Lucia (volere) ___________ abitare in centro.

6       Oggi (io andare) ___________ al lavoro a piedi.

7       Noi (dare) ___________ sempre una mano in casa.

 

4   Coniugare al presente indicativo i verbi tra parentesi (irregolari)

1       Che cosa (noi fare) ___________ dopo la lezione?

2       I nonni (stare) ___________ bene.

3       Domani io (volere) ___________ dormire fino a tardi.

4       Voi (bere) ___________ spesso la birra.

5       Loro non (dovere)____________________ entrare in quella camera.

6       Io (andare) _____________  molto spesso al teatro.

7       Lui non (avere) _____________ mai visto quel film.

8       Io (bere)_____________ sempre un po' di vino a tavola.

9       Lui mi (dare) ______________ molti buoni consigli.

10   Noi (dovere) ___________essere contenti.

5   Coniugare al presente indicativo i verbi tra parentesi (irregolari)

1       Lui non (potere) ________________ vivere senza lei.

2       Tu (sapere) ________________ parlare lo spagnolo?

3       I miei genitori (stare) _______________ bene.

4       Tutti (volere) _______________ leggere quel libro.

5       Quello che hai fatto non (andare) ____________ bene.

6       Voi (avere) ______________ un po' di tempo libero, oggi?

7       Alle undici noi andiamo al bar e (bere) ________________ un cappuccino.

8       Se voi mi (dare) ________________ ascolto avrete solo vantaggi.

9       Noi tre (essere) ___________ fratelli.

10   Voi che lavoro (fare) _______________?

 

6   Coniugare al presente indicativo i verbi tra parentesi (irregolari)

1       Lui è tornato a casa perché domani (dovere)___________ svegliarsi presto.

2       I miei amici (essere) ______________ stranieri.

3       Io e la mia famiglia domani (fare) ____________ una gita in montagna.

4       Noi non (potere) _________________ partire prima di domani.

5       Potete parlare liberamente perché noi (sapere) _____________ già tutto.

6       Io (stare) ____________ abbastanza bene, e tu?

7       Ma tu, che cosa (volere) ______________ da me?

8       ______________ (io- potere) fare una telefonata?

9       ‘Carlo, scusa, ______________ (io - potere) prendere la tua macchina?’ ‘Va bene, ma ______________ (tu – dovere) fare benzina.


7   Coniugare al presente indicativo i verbi tra parentesi (irregolari)

1      Io _______________ (bere) una birra; tu cosa_______________ (bere)?

2      Saverio, _______________ (dare) tu il latte al bambino?

3      I tre tenori _______________ (dare) un concerto.

4      Noi _______________ (stare) ancora un po’.

5      Che cosa _______________ (fare) quando uscite, ragazzi?

6      Io _______________ (cercare) di imparare l’Italiano. Noi invece _______________ (cercare) di conoscere qualche Itali

7      Noi non _______________ (sapere) dove abita Giulio.

8      Signor Rossi, _______________ (dovere) viaggiare spesso in treno?

8   Coniugare al presente indicativo i verbi tra parentesi (irregolari)

1      Giorgio, _________ (bere) un altro bicchiere di vino?

2      Marisa, __________(dovere) leggere tutto il libro?

3      Lucia, tu _________ (sapere) inglese? No,____________(sapere) solo un po’ di francese.

4      Mauro e Silvia sono senza macchina: gli ________ (dare) un passaggio voi?

5      Forse ________ (noi - fare) in tempo per lo spettacolo delle sei.

6      Io _________ (cercare) di imparare l’Italiano. Noi invece ___________ (cercare) di conoscere qualche Italiana.

7      Voi _______ (volere) cambiare la macchina

8      Io non _________ (potere) far tutto da solo.

9   Coniugare al presente indicativo i verbi tra parentesi (irregolari)

1      Io e tuo padre ________ (pagare) molto per i tuoi studi!

2      Per festeggiare la nuova casa, sabato sera i rossi__________ (dare) una festa.

3      Che cosa _______ (bere), ragazzi? Una birra media chiara e una spremuta d’arancia.

4      Mio marito ed io ________ (stare) veramente bene in questa città.

5      Per tornare a casa, Mario e Lidia ________ (fare) sempre la stessa strada.

6      Giulia, ________ (sapere) che ore sono? 7      Scusi, dove è il Duomo?’ ‘_______ (dovere) andare sempre dritto.

8      Non ho capito il Suo nome, _______________ (potere) ripetere, per favore?

9      Enrico, _______________ (fare) colazione a casa di solito?’ ‘No, di solito _______________ (fare) colazione al bar.

10 Coniugare al presente indicativo i verbi tra

parentesi (irregolari)

1      Carlo, tu __________ (sapere) scrivere a macchina?

2      Alle tre __________ (noi - andare) all’aeroporto aprendere Luisa.

3      Che cosa _________ (bere), signora: caffè o tè?

4      Luca e Carla __________ (fare) molto sport. E voi,__________(fare) qualche sport?

5      Domani _________ (io - andare) a pranzo dal mio amico.

6      Ragazzi, _________ (sapere) a che ora comincia lo spettacolo?

7      Scusi, __________ (potere) spostare la macchina? Non________ (io - potere) uscire.

8      L’ascensore non funziona: _______________ (noi - andare) a piedi.

11 BERE / SAPERE / ANDARE

1      Io ________(andare) spesso a mangiare fuori.

2      Nostro amico _______________ (bere) solo tè.

3      Scusi, signora, _______________ (sapere) se c’è una farmacia qui vicino?

4      Noi, invece, _______________ (bere) molta birra.

5      Antonio e Sergio _______________ (andare) in Francia.

6      ‘Livio, tu ___________(sapere) guidare?’ ‘ Sì,__________ (sapere) guidare, ma non ho la macchina.

7      ________ (andare) al cinema o restate a casa?________ (andare) in cinema.

8      Ragazze, che cosa ________ (sapere) di lui? Niente di particolare.

12 DARE / STARE / FARE

1      Lucio ________ (fare) sempre tardi la sera. Anche noi qualche volta facciamo tardi. 2      Mi __________ (dare) il tuo numero di telefono? Sì,02-2437654.

3      Come _________ (stare), signora? Grazie, bene.

4      Lucia, che cosa __________ (fare) questo fine settimana? Non lo so ancora.

5      Domani ________ (io - dare) l’esame di fisica.

6      Chiara ed io ________ (fare) ancora tanti errori.

7      La finestra della mia camera _______ (dare) sulla strada.

8      Voglio invitare a cena Franca e Mario perché da molto tempo non __________ (stare) più insieme.

9      Ragazzi, __________ (fare) i compiti, prima di uscir

10  ‘Che cosa _________ (fare), Signore?’ ‘Lavoro in banca.’


All Pages



weather

meteoblue

Popular Posts