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Le doppie in italiano

Le doppie in italiano

Sfortunatamente, non esiste una regola precisa che stabilisce quando una consonante deve raddoppiare. Ma ci sono una serie di regole che possono aiutarti ad evitare gli errori più frequenti.
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Verbi che hanno una coniugazione simile al verbo appoggiare

Sai usare le DOPPIE in IT

Questo è un vero problema 🤦‍♂️🤦‍♂️🤦‍♂️ le doppie 😱😱🤦‍♂️🤦‍♂️🤦‍♂️🤦‍♂️

 

 

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Non sbagliare le CONSONANTI DOPPIE in ITALIANO! – Ecco le Regole e Trucchi!


Uno dei problemi principali per chi studia la lingua italiana è l’uso corretto delle consonanti doppie. Non  è sempre facile, anche perché in italiano il suono può variare a seconda del dialetto! E tu, sai riconoscere quando usare le doppie?

Le DOPPIE in italiano: Dove e Quando si usano?

Innanzi tutto, per riconoscere se una consonante raddoppia o no, ci vuole tempo, esercizio e “molto orecchio”. Quindi, a meno che una parola tu non la veda scritta, avrai bisogno di parlare e ascoltare tanto!
Sfortunatamente, non esiste una regola precisa che stabilisce quando una consonante deve raddoppiare. Ma ci sono una serie di regole che possono aiutarti ad evitare gli errori più frequenti. Vediamole insieme!

1. Parole con prefissi

Quando una parola è composta da un prefisso, più una parola di senso compiuto (cioè che ha senso come parola singola), la consonante iniziale di quest’ultima raddoppia.
Es:
Congiunzioni eneseo:
e+pure = eppure
ne+meno = nemmeno
ne+pure = neppure
se+care = seccare
se+bene = sebbene
se+tanta = settanta
o+vero = ovvero
Preposizioni adafrasu:
a+prendere = apprendere
a+rendere  = arrendere
a+salire = assalire
da+prima = dapprima
da+bene = dabbene
fra+tempo = frattempo
fra+mento = frammento
Avverbi piùcosì:
la+giù = lagg
la+su = lassù
su+cedere = succedere
su+porto = supporto
su+dito = suddito
così+detto = cosiddetto
Prefissi sopra, sovracontra, ra:
sopra+nome = soprannome
sopra+tutto = soprattutto
sovra+carico = sovraccarico
contra+dire = contraddire
contra+passo = contrappasso
contra+bando = contrabbando
ra+cogliere = raccogliere
ra+presentare = rappresentare

2. Il suffisso “iere”

Le parole che finiscono in “iere” vogliono sempre la doppia “z” (che normalmente invece non raddoppia).
Es: corazziere, tappezziere, biscazziere.
Fin qui sembra tutto abbastanza semplice, no? Ma adesso vediamo invece quando NON mettere le doppie!

3. Non raddoppiano

  • la consonante b del suffisso a/e/i-bile.
Es: incredibile, adorabile, indelebile.
  • la c davanti a vocale u + altra vocale (a parte l’eccezione della parola taccuino!)
Es: acuire.
  •  la g e la z seguite da -ione.
Es: stagione, colazione
  • le parole che contengono -zia, -zio e -zie (a parte le eccezioni: pazzia, razzia).
Es: egiziano, pazienza, spazioso.
  • le parole composte quando sono precedute dai prefissi contro, sotto e tra.
Es: controvoglia, sottovoce, trascorrere.
  • le parole composte in cui la seconda parola inizia con s+consonante.
Es: sovra+stare = sovrastare, contra+stare = contrastare

Sì, sono tante regole da ricordare. Quindi magari ti stai chiedendo: perché mai preoccuparsi tanto per una consonante in più o in meno?
Beh, la risposta è che in realtà le doppie sono molto importanti, perché spesso cambiano completamente il significato di una parola! Qualche esempio?
Nono – nonno
Pala – palla
Caro – carro
Tono – tonno
Rosa – rossa
Casa – cassa
Mese – messe
Sono – sonno
Coro – corro
Quindi, quando c’è una doppia consonante, ricordati di marcarla con più enfasi nella pronuncia, in modo da non creare malintesi!
Adesso, per fare un po’ di allenamento, ecco un esercizio!
Riesci a trovare tutti gli errori nella filastrocca?
Nella stalla della nona
c’è una muca con la gonna
c’è un vitello col capello
ed un toro col mantelo.
Nel polaio di zia Lietta
tre galline in bicicleta
e poi un’oca col tachino
che si allenano un pocchino,
mentre atorno a casa mia
c’è soltanto fantasia
per cantare più felici
per giocare con gli amici.
Inoltre, se vuoi davvero metterti alla prova, non dimenticare di fare anche il nostro test sulle doppie!

Consonanti doppie: semplici regole per non sbagliare 


consonanti doppie: regole per non sbagliare
Le consonanti doppie si pronunciano con una durata maggiore rispetto a quelle semplici. In questo caso, la lettera pronunciata con più forza viene scritta due volte, cioè viene raddoppiata. Ricorda però sull’uso delle consonanti doppie è necessario rispettare alcune regole.
Ecco alcune regole di base:
  • b non si scrive mai doppia davanti al suffisso – ile: mobile, visibile;
  • g non si scrive mai doppia davanti a – ione: ragione;
  • z non si scrive mai doppia:
-nei nomi terminanti in – ione: eccezione, lezione;
-nei nomi terminanti in – zia, – zie, – zio (malizia, polizia, giudizio, ospizio ecc.) e nei loro derivati (poliziesco, giudiziario ecc.). A questa regola generale vi sono però alcune eccezioni: si scrivono con zz le parole pazzia, razzia, razziale, carrozziere, tappezziere, corazziere, mazziere;

  • invece, la z si scrive sempre doppia nelle parole composte con i suffissi: – ozzo, – uzzo, – izzare, e nei loro derivati: predicozzo, peluzzo, organizzare, organizzatore;
  • raddoppia la consonante iniziale di una parola quando si unisce:
-alle congiunzioni e, , se, o (ebbene, neppure, seppure, ovvero);
-alle preposizioni a, da, fra, su (alla, dapprima, frapporre, suddetto)
-agli avverbi , più, , così (laggiù, piuttosto, siffatto, cosiddetto)
-ai prefissi sopra, sovra, contra (soprattutto, sopravvivere, sovrabbondante, soprannumero, sopralluogo, contraddire, contraccolpo)

Non si ha il raddoppiamento:
  • se la seconda parola che forma il composto inizia con s impura (cioè seguita da consonante): soprascritto, sovrastruttura, contrastante;
  • dopo i prefissi contro-, pre-, tra-, sotto-, intra- (controbattere, controluce, prevedere, precedere, trapiantare, sottoporre, sottobosco, intravedere, intramuscolare).
Per un approfondimento leggi Ortografia: semplici regole per scrivere correttamente
Per saperne di più: c’è un tipo particolare di raddoppiamento: il “raddoppiamento sintattico” anche detto “rafforzamento sintattico”. Leggi Raddoppiamento sintattico: fusione di più parole in una sola

grammatica.impariamoitaliano.com

Quando si usano le consonanti doppie?



Alcune regole di base:
  • b non si scrive mai doppia davanti al suffisso – ile: amabile, classificabile, improrogabile;
  • g non raddoppia mai davanti a – ione: regione, cagione, prigione, legione;
  • z non si scrive mai doppia:
    - nei nomi terminanti in – ione: masturbazione, vacazione, imprecazione;
    - nei nomi terminanti in – zia, – zie, – zio (malizia, polizia, giudizio, ospizio ecc.) e nei loro derivati (poliziesco, giudiziario, ecc.).
    A questa regola generale vi sono però alcune eccezioni: si scrivono con zz le parole: pazzia, razzia, razziale, carrozziere, tappezziere, corazziere, mazziere;
  • invece, la z si raddoppia sempre nelle parole composte con i suffissi: – ozzo, – uzzo, – izzare, e nei loro derivati: singhiozzo, tozzo, rozzo, merluzzo, puzzo, struzzo, organizzare, organizzatore;
  • la consonante iniziale di una parola raddoppia quando si unisce:
    - alle congiunzioni e, né, se, o (eppure, neppure, seppure, oppure);
    - alle preposizioni a, da, fra, su (alla, dapprima, frapporre, suddetto)
    - agli avverbi là, più, sì, così (laggiù, piuttosto, siffatto, cosiddetto)
    - ai prefissi sopra, sovra, contra (soprattutto, sopravvivere, sovrabbondante, soprannumero, sopralluogo, contraddire, contraccolpo)
Non si ha il raddoppiamento:
  • se la seconda parola che forma il composto inizia con s impura (cioè seguita da consonante): soprascritto, sovrastruttura, contrastante;
  • dopo i prefissi contro-, pre-, tra-, sotto-, intra- (controbattere, controluce, prevedere, precedere, trapiantare, sottoporre, sottobosco, intravedere, intramuscolare).

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Attenti alle doppie, la trappola della lingua italiana!


Le lettere che raddoppiano in alcune parole e non in altre, come la "t" in “sette” o la "g" in “reggia”, sono un ostacolo non solo per gli stranieri ma anche per gli italiani. 
A parte gli errori di ortografia, conoscere bene la lingua italiana è anche una questione di pronuncia e gli stranieri non si rendono conto dell’importanza di pronunciare le doppie lettere
Molti lettori mi scrivono con quesiti su come imparare correttamente a usare le doppie consonanti . L’italiano è una lingua abbastanza facile ma con regole grammaticali a volte complesse per gli stranieri e l’apprendimento dell’ortografia è una sfida nelle classi d’italiano. 
Le lettere che raddoppiano in alcune parole e non in altre, come la “t” in “sette” o la “g” in “reggia”, possono essere un ostacolo non solo per gli stranieri ma anche per gli italiani. Però, per chi studia l’italiano, le doppie rappresentano un vero problema e soprattutto una sfida per gli studenti di madre lingua spagnola.

A parte gli errori di ortografia, le doppie lettere sono anche una questione di pronuncia. Infatti, in altre lingue le consonanti doppie non hanno una pronuncia diversa da quelle singole e molti stranieri non si rendono conto dell’importanza di pronunciare le doppie lettere bene. Per questo, spiegare che le doppie consonanti si pronunciano con una durata maggiore rispetto a quelle semplici e con suono leggermente più forte, è fondamentale per la comprensione di alcune parole italiane. In più, per distinguere le doppie dalle singole bisogna avere buon orecchio, fare molta pratica e sottolineare le consonanti per favorire l’acquisizione e l’apprendimento di questi termini apparenti facili ma complessi. La pratica si può fare anche con la musica; un ottimo esercizio è fare pratica delle doppie consonanti cantando o recitando filastrocche con un ritmo a piacere.  A volte in classe ci sono studenti molto creativi che inventano ritmi piacevoli e divertenti.

Per lingua italiana le doppie sono fondamentali anche perché servono a distinguere quelle parole che si confonderebbero, come nei casi delle “coppie minime”: “Note e notte” (in note la vocale o è molto lunga e si pronuncia noote, mentre in notte si pronuncia NoTTe, e la o è corta). Altri esempi sono: “Fata e fatta”, (in faata, la a è lunga, mentre in FaTTa la a è corta); seta e setta (in seeta la e è lunga, ma in SeTTa la e invece è corta). Ci sono simili pronunce con il raddoppio delle lettere nelle seguenti parole: ala ~ alla, bela ~ bella, dita ~ ditta, casa ~ cassa, camino ~ cammino, capelli ~ cappelli, caro ~ carro, coro ~ corro, mese ~ messe, moto ~ motto, nono ~ nonno, pala ~ palla, papa ~ pappa, pani ~panni, pena ~ penna, peli ~pelli, polo ~ pollo, poro ~porro, rosa ~ rossa, sete ~ sette, sera ~ serra, sono ~ sonno
Pertanto, come si nota, la doppia consonante nella lingua italiana serve anche a distinguere le parole ‘identiche’ con significato diverso. Consiglio attività visive per facilitare l’apprendimento corretto di queste e altre parole apparentemente simili ma con significato diverso. Per motivare gli studenti includo anche sue divertenti filastrocche:
Filastrocca delle doppie 
La pala non è palla
e l’orsacchiotto balla
la casa non è cassa
un nano ride e passa
la sera non è serra
la pace non è guerra
la rena non è renna
la torre non è antenna
la sete non è sette
chi sbaglia ci rimette
la fola non è folla
il chiodo non è molla
il caro non è carro
al sole sta il ramarro
il nono non è nonno
l’aringa non è tonno
le note non son note
il tino non è botte.
La ballata delle doppie
La pala è per spalare
e la palla è per giocare.
Il Papa è per pregare
e la pappa è per mangiare
Con la penna si scrive
chi è in pena non ride.
I pani dal fornaio e i panni dal merciaio.
La sera è dopo il mattino
e la serra è nel giardino.
La rosa ha più di un colore,
a volte è rossa ed ha sempre odore.
Alle sette mi levo
e se ho sete bevo.
Sette note per cantare
e la notte per sognare.
Nono vien dopo l’ottavo
e mio nonno si chiama Gustavo.

Dubbi e incertezze, quando vanno usate?
Sull’uso delle consonanti doppie è necessario rispettare alcune regole, anche se non ci sono prescrizioni precise. Tuttavia, le regole dicono che la consonante iniziale di una parola raddoppia quando si unisce alle congiunzioni e, , se, o, come negli esempi: e- eppure, ebbene; nemmeno, neppure; se-semmai, sebbene, seppure; o- oppure, ovvero. Alle preposizioni a, da, fra, su: a- alla, apprendere, arrossire, attendere; da- dabbene, dapprima, dappertutto; fra- frattempo, frapporre; su-supplementi e suddetto. Agli avverbi , più, , così: là- lassù; piùpiuttosto; sì- siffatto; così cosiddetto. Ai prefissi sopra, sovra, contra: sovra-sovraccaricare, sopra- soprattutto; contra- contraddire e contrapporre. Altri esempi sono: ra-raggruppare, rappresentare, raccogliere; so-soccorrere, sorridere, soprattutto, sopravvivere, soprammobile, sovrabbondante, sovrappeso; da-dapprima; i- irreparabile; tra tracimare.

Altre regole: la lettera q raddoppia solo nella parola “soqquadro” (che vuol dire “confusione”), e mai con la combinazione delle consonanti cq, acquario, acquatico, acqua; non si ha raddoppiamento dopo i prefissi contro-, pre-, tra-, sotto-, intra- (controbattere, controluce, prevedere, precedere, trapiantare, sottoporre, sottobosco, sottovento, intravedere, intramuscolare).

Non raddoppiano mai: La consonante b davanti al suffisso –bile: abile, adorabile, agibile, inabile, imitabile, indelebile, incedibile, bevibile, leggibile, preferibile, amabile, mobile, nobile, automobile, flebile, imitabile, impossibile, visibile. La c davanti a vocale u e un’altra vocale non raddoppia mai, a parte con la parola taccuino. Le lettere z e g non raddoppiano mai davanti a parole che finiscono in –ione: automazione, azione, collezione, eccezione, emozione, lezione, interruzione, moltiplicazione, ripetizione, promozione, stazione, guarigione, damigiana, cortigiana, ragione, parmigiano, partigiano, stagione. Con i nomi terminanti in –zia, – zie, –zio: amicizia, egiziano, malizia, negozio, grazia, pazienza, polizia, giudizio, ospizio, prozio giustiziere, e i loro derivati, poliziesco, giudiziario ecc.. Non raddoppia la consonante z davanti alle terminazioni –ia, -ie, io, es. furbizia, spezie, ospizio

Bensì, a questa regola generale ci sono alcune eccezioni: si scrivono con zz le parole pazzia, razzia, razziale, carrozziere, tappezziere, corazziere, mazziere; la z si scrive sempre doppia nelle parole composte con i suffissi: –ozzo, –uzzo, –izzare, e nei loro derivati: predicozzo, peluzzo, organizzare, organizzatore, e i loro derivati pazzo, razzia, e aizzare. Le parole con suffisso -iere vogliono la doppia z: corazziere, tappezziere, biscazziere.
Come abbiamo notato, nelle parole composte, l’iniziale della seconda parola raddoppia. Da + prima diventa “dapprima”; sopra + vivere si scrive “sopravvivere”. In ogni caso dipende sempre dal prefisso, ad esempio “dapprima” raddoppia, ma contro + vento diventa “controvento”, e in questo caso non raddoppia.  

Contra + passo si scrive “contrappasso” e qui invece “contra” raddoppia. Un altro esempio, ri- + vederci diventa rivederci, ma “ri” raddoppia con a- + rivederci che si scrive “arrivederci”. Non raddoppia sotto + pagato = sottopagato, ma raddoppia sovra + prezzo (sovrapprezzo), ma non con sovra + stimato (sovrastimato) perché la combinazione “sst” non esiste in italiano.
La sillaba –zio- non raddoppia in razione, rimozione, promozione, grazioso, rimozione, e via di seguito, anche se nel parlato la Z è pronunciata con maggior forza non è scritta con la doppia “zz”. Le parole che contengono zia e zie, come grazia, pazienza non raddoppiano, ad eccezione di pazzia e razzia

Per finire, non c’è una regola precisa per il raddoppio delle consonanti. L’uso corretto delle doppie è anche legato alla capacità di compiere la divisione sillabica. Per questo, per riconoscere se una consonante raddoppia, oppure no, ci vuole molta pratica, tempo, orecchio, tanta pazienza e creatività.
Guarda questo video potrà aiutarti.



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