Dante Alighieri è considerato il “padre della lingua Italiana” e il poeta più importante della letteratura italiana. La sua vita è strettamente legata agli avvenimenti della vita politica fiorentina e al conflitto tra i guelfi e i ghibellini. Nel 1266, Firenze ritornò nelle mani dei guelfi e il partito dei guelfi, si divise in due fazioni: bianchi e neri (Dante si schiera con i guelfi bianchi).
Dante Alighieri nasce a Firenze nel 1265 da una famiglia della piccola nobiltà. Nel 1274, secondo la Vita Nuova, vede per la prima volta Beatrice della quale si innamora subito perdutamente. Nel 1292, due anni dopo la morte di Beatrice, comincia a scrivere la "Vita Nuova" così Dante si consacra molto presto completamente alla poesia.
Dante ha circa dieci anni quando muore sua madre, e nel 1283 anche suo padre muore quindi Dante a 17 anni diviene il capofamiglia. A 20 anni sposa Gemma Donati, di una grande famiglia nobile, dalla quale avrà quattro figli, Jacopo, Pietro, Giovanni e Antonia.
Nel 1300 Dante viene eletto tra i sei «Priori» - custodi del potere esecutivo, i più alti magistrati del governo fiorentino. Nel 1301, Dante viene chiamato a Roma alla corte del papa Bonifacio VIII. Iniziano i processi politici: Dante, accusato di corruzione, viene sospeso dai pubblici uffici e condannato. È così costretto a lasciare la sua città di Firenze e non la vede mai più. A partire dal 1304 inizia per Dante il lungo esilio dove scrisse il suo capolavoro, la "Commedia".
Nel 1319 Dante viene invitato a Ravenna da Guido Novello da Polenta, signore della città: due anni più tardi lo invia a Venezia come ambasciatore. Rientrando da Venezia Dante viene colpito da un attacco di malaria: muore a 56 anni nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321 a Ravenna dove oggi si trova ancora la sua tomba.
La Divina Commedia inizia con queste righe:
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarritaCanto III dell’Inferno inizia con le parole incise sopra le porte dell’Inferno:
Per me si va nella città dolente
Per me si va nell’etterno dolore
Per me si va tra la perduta gente
Rispondere alle domande:
1. Notate l’uso della preposizione articolata “nel” (in + il) in questi casi: (Nel 1265, nel 1266, nel 1300, nel 1319...). Perché ci vuole “il” insieme a “in”? A che cosa referisce “il” in questo contesto?
2. Notate l’uso di “a” in queste occasioni: (a Roma, a Firenze, a Venezia / a 17 anni, a 20 anni, a 56 anni). Potete dedurre che si usa “a” per esprimere…?
3. Osservate l’uso della preposizione “per” nei versi dall’Inferno: (mi ritrovai per una selva oscura / Per me si va nella città dolente). Dal contesto, cosa significa “per” in questi casi?
4. Notate l’uso della preposizione “di” nei seguenti casi: (“padre della lingua italiana” “nei mani dei guelfi” “la corte del papa”). Perché si usa “di” in questi casi? Perché “di” ha diverse forme (della, dei, del, ecc.)?
5. Identificate tre verbi che vengono seguiti da preposizioni precise: quali sono?
6. Dal proverbio iniziale, “Una mela al giorno toglie il medico di turno” cosa significa “al”?
Introduzione
L’uso corretto delle preposizioni implica una padronanza avanzata del linguaggio. Sebbene la preposizione corretta da usare sia spesso determinata dal verbo o dall'aggettivo di una frase, l'uso delle preposizioni è estremamente idiosincratico. Il modo migliore per memorizzare le preposizioni è quello di studiarle e classificarne alcune alla volta.
Le preposizioni si classificano come:
- Preposizioni semplici (preposizioni senza l’articolo determinato), come:
vado in Italia
torniamo a mezzanotte
prima di tutto
- Preposizioni articolate (preposizioni insieme all’articolo determinativo), come:
Nell’anno bisestile, febbraio ha 29 giorni.
Sabato dalle otto alle cinque sarò al lago sulla barca.
Inoltre, ci sono diverse costruzioni in italiano che, a differenza dall’inglese, non richiedono preposizioni.
Costruzioni senza preposizioni
a. Espressioni impersonali seguiti dall’infinito
Le espressioni impersonali (è meglio/è necessario/è normale/è giusto/è bene/è male/è normale/è strano/è utile ecc.) NON richiedono una preposizione prima di un verbo all’infinito.
Considerate i seguenti esempi:
È importante ascoltare gli altri per capire il punto di vista altrui.
Con un esempio, è facile comprendere un concetto nuovo.
È stato difficile ricordare tutte le commissioni che il capo ci aveva dato.
Non era possibile cambiare l’ora dell’appuntamento.
ESERCIZIO #1 –Scrittura libera
In un paragrafo di 150-200 parole, descrivete un luogo e un'attività che avete fatto la scorsa estate cercando di utilizzare le preposizioni semplici e articolate che avete visto usare in questo capitolo.
b. I verbi modali, impersonali e di "percezione"
I verbi modali (dovere, potere, volere), i verbi impersonali (bastare, bisognare, convenire, ecc.) e i verbi di “percezione” (vedere, guardare, osservare, sentire, udire, ascoltare, ecc.) NON richiedono una preposizione prima di un verbo all’infinito. Osservate la mancanza di una preposizione nei seguenti esempi:
Verbi modali:
- Non ho potuto venire ieri sera.
- Non volevo coprire le malefatte di mio fratello.
- Quando ero bambina, per Natale, dovevo recitare una poesia davanti a tutti i parenti.
Verbi impersonali:
- Basta smettere di fumare per migliorare la salute.
- Non conviene comprare un computer nuovo adesso; sarebbe meglio aspettare che esca il modello nuovo.
Verbi di "percezione":
- Hai sentito piangere i bambini?
- Guardavo passare i treni.
- Abbiamo visto allontanarsi la nave.
- Non senti muoversi qualcosa?